Il Tirreno

Pontedera

Fusione tra Peccioli e Lajatico il referendum si farà dopo l’estate

Da sinistra il sindaco di Peccioli Renzo Macelloni e il suo collega di Lajatico Alessio Barbafieri
Da sinistra il sindaco di Peccioli Renzo Macelloni e il suo collega di Lajatico Alessio Barbafieri

Le maggioranze dei comuni fissano le tappe, a breve assemblee coi cittadini

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PECCIOLI. Referendum dopo l’estate e, in caso di esito positivo, creazione di un unico ente ed elezioni nel 2024. Sono queste le tappe fissate dai gruppi consiliari di maggioranza di Peccioli e Lajatico sul tema della fusione tra i due comuni. Un tema che ha scatenato polemiche e che, probabilmente, continuerà a farlo. A fronte delle intenzioni dei due sindaci, il pecciolese Renzo Macelloni e il laiatichino Alessio Barbafieri, che vanno avanti lungo la strada tracciata da tempo.

I consiglieri di maggioranza dei due paesi dell’Alta Valdera citano le richieste del 30 dicembre alla Regione per avviare il percorso per promulgare la legge e procedere al referendum sulla fusione dei due Comuni. «Un passaggio cruciale di un percorso condiviso che dura da più di due anni e che vogliamo proiettare al futuro – dicono dalle maggioranze dei due consigli comunali –. Abbiamo già firmato e inviato due lettere, ad Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale e Stefano Ciuoffo, assessore con delega anche ai rapporti con gli enti locali, per manifestare la richiesta di procedere nel percorso di fusione il cui approdo chiave sarà, dopo l’estate, il referendum consultivo che coinvolgerà le nostre due comunità. Nel caso il responso fosse positivo, ci sarebbero i tempi per creare ente unico e andare alle elezioni nel 2024 in linea con gli altri Comuni».

Lunedì, poi, i gruppi di maggioranza si sono incontrati per discutere dei «primi temi da mettere in campo per dare tutte le informazioni, puntuali e precise, ai cittadini su questo progetto di fusione». Con la promessa che «nelle prossime settimane ci saranno le prime assemblee».

I consiglieri parlano del referendum come strumento di «trasparenza e chiarezza» e che consente di procedere «nel modo più democratico possibile». In più, è stato ribadito che, «seppur con un valore consultivo, se il referendum darà in entrambi i Comuni un risultato chiaro la volontà e l’indicazione dei cittadini sarà rispettata. Questo percorso, infatti, non avverrà mai in barba al parere dei cittadini». E ancora: «La collaborazione è l’unica forma di razionalizzazione della macchina amministrativa di entrambi i Comuni. Ma siamo convinti che anche sul piano culturale, economico e turistico, questa fusione potrà dare innovazione e sviluppo e saper guardare al futuro».

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