Più mercatini agricoli contro i continui rincari
Oltre a quelli di Coldiretti arrivano gli appuntamenti di Cia
PONTEDERA. Mai come in questo momento il mondo della frutta e della verdura ha avuto così tante attenzioni. Ormai è chiarissimo il forte legame tra salute ed alimentazione, rinforzato dall'emergenza Covid. E cruciale diventa il valore del localismo. Il chilometro zero e la stagionalità si rafforzano così come la ricerca della bontà coniugata alla sostenibilità del prezzo.
Proprio all'insegna di questa filosofia il Comune di Pontedera promuove, in via intanto sperimentale, il mercato agricolo “La Spesa in campagna”, gestito e organizzato dalla Cia, Conferderazione italiana agricoltori etruria, il lunedì e il mercoledì, rispettivamente in piazza Madre Teresa di Calcutta e in piazza Peppino Impastato.
Due nuove zone della città, la prima vicino a Panorama, la seconda a viale America, nel quartiere I Villaggi, che andranno ad arricchire la mappa dell'ortofrutta già presente da oltre 15 anni con “Campagna amica” in pizza Unità d'Italia alla stazione e in piazza Trento, alla scesa del Ponte Napoleonico, curati il martedì e il giovedì dalla Coldiretti.
Quasi una settimana intera finalizzata ad incentivare “le risorse locali in campo agricolo e commerciale”, si legge nella delibera che presenta l'iniziativa. «I farmer's market - spiega il vicesindaco Alessandro Puccinelli - hanno dimostrato di essere molto apprezzati. Come amministrazione abbiamo accolto volentieri le richieste arrivate dalle associazioni e abbiamo cercato di integrale con le attività già collaudate. Abbiamo quindi individuato aree di Pontedera non ancora toccate dai mercati per dare a tutti la possibilità di frequentarli».
E le premesse sulle quali si basa la decisione riguardano le abitudini d'acquisto e quelle alimentari. «A causa del costante aumento del costo della vita, i consumatori – riporta ancora il documento – hanno cambiato le modalità di spesa, rivolgendosi alle offerte della filiera corta, acquistando direttamente dai produttori, senza alcuna intermediazione. Dal momento poi che i mercati agricoli rispondono alla crescente domanda di qualità, affidabilità e prodotti naturali provenienti dal territorio, ma anche al contatto diretto con i produttori come indice di garanzia sull'origine delle materie prime», la scelta è stata piuttosto scontata. Con una serie di vantaggi e ricadute a pioggia. Per i pontederesi e per gli agricoltori che scommettono sulla tradizione, sul biologico e sulla certificazione dei marchi di qualità.
«È un modo – aggiunge Puccinelli – per puntare sulla conoscenza della cultura rurale e sul tema dell'educazione a tavola, approfondendo le caratteristiche della frutta e della verdura in vendita e individuando la tracciabilità del prodotto». Ma c'è di più. Perché dietro alle linee guida sullla genuinità e bontà del cibo ci sono ritorni di ordine economico.
«Questo meccanismo favorisce, attraverso l’eliminazione dei vari intermediari, il contenimento del prezzo di vendita al dettaglio, la garanzia di un giusto guadagno per il produttore e un risparmio per il consumatore. Non solo, si possono ridurre i tempi di trasporto delle merci e l’utilizzo del materiale d’imballaggio, con benefici sia per l'ambiente sia per la sicurezza stradale», conclude.l