Il Tirreno

Pontedera

Marchio tridimensionale Vespa Un round ai cinesi Zhongneng

M.B.

Il caso di fronte alla commissione ricorsi europea 

30 dicembre 2021
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Pontedera. Va ai cinesi della Zhejiang Zhongneng Industry Co. Ltd un round della annosa controversia con la Piaggio & C. spa in atto per il cosiddetto “marchio tridimensionale” della Vespa. In particolare, la decisione della quinta commissione di ricorso dell’Euipo (l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale) ha dato ragione all’azienda cinese. Motivo del contendere, come ricostruisce la decisione in 35 pagine, una vicenda che si trascina dal 2013, quando la Piaggio, titolare del marchio Mue, chiedeva anche la registrazione di un marchio tridimensionale (rappresentato visivamente da sei viste della Vespa, cinque ortogonali e una prospettica). Una controversia che ha avuto anche una versione giudiziaria, partita nello stesso 2013 quando la Guardia di Finanza sequestrò tre motocicli cinesi in occasione dell’apertura del salone milanese Eicma, in quanto costituivano un’imitazione della Vespa, violando così il diritto di esclusiva del Gruppo Piaggio costituito appunto dal cosiddetto “marchio tridimensionale”. Parallelamente alla causa in Tribunale (la Piaggio ha avuto ragione sia a Torino che in Francia) nasceva la partita della piena tutela anche nell’Unione europea, di fronte all’Euipo. Dopo la prima domanda Piggio del 25 marzo 2013, il 4 aprile dello stesso anno l’ufficio Euipo informava che la domanda del marchio tridimensionale non era registrabile; alle repliche di Piaggio, il 9 ottobre 2013 la domanda veniva pubblicata e il 16 gennaio 2014 ne veniva concessa la registrazione con l’indicazione “Carattere distintivo acquisito: sì”. È il 29 aprile del 2014 quando la Zhongneng presenta domanda di nullità di questa registrazione. Arriviamo al 21 dicembre 2020, quando la divisione di annullamento respingeva integralmente la domanda di nullità, dando quindi ragione a Piaggio. Tra le argomentazioni, il fatto che l’affermazione dell’azienda cinese secondo cui il marchio contestato “consiste in una forma di scooter comune e diffusa nel mercato nel periodo rilevante, non è supportata da alcuna prova pertinente”.

Partita conclusa? No. Il 17 febbraio del 2021 la cinese Zhongneng presentava ricorso. Piaggio ha contro argomentato tra l’altro che alcune caratteristiche sono specifiche della Vespa, come la forma di lettera “X” tra le bombature laterali e il sottosella; la forma di “omega rovesciata” nel raccordo fra sella e pedana; la forma di “freccia” nello scudo frontale). Secondo l’azienda cinese però sarebbero caratteristiche funzionali e standardizzate del tutto comuni.

La quinta commissione Ricorsi dell’Euipo ha alcune settimane fa accolto il ricorso osservando fra l’altro che “le indagini demoscopiche e il resto delle prove depositate dalla titolare in replica alla domanda di nullità non coprono tutto il territorio di riferimento” e che quindi il marchio contestato non abbia acquisito, in tutto il territorio dell’Unione, “un carattere distintivo”.

Ovviamente, Piaggio non ci sta e contro la decisione della commissione Ricorsi ha fatto controricorso al Tribunale dell’Unione Europea, affermando che è stata la commissione stessa a cadere in errore, e che tutta la documentazione e i dati prodotti negli anni sono oggettivi e verificabili. La sentenza sul marchio “tridimensionale” della Vespa è attesa tra fine marzo e i primi di aprile 2022.M.B.

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