Sequestrato il computer di Salvatore: passo avanti per arrivare alla verità
Ponsacco: il provvedimento è stato firmato dal magistrato di Roma che si occupò del primo processo per la morte di Stefano Cucchi Ipotesi di istigazione al suicidio
PONSACCO. È stato sequestrato il computer di Salvatore Cipolletti, il 24enne di Ponsacco trovato morto su un marciapiede del centro di Varsavaia il 9 marzo dopo una caduta dal balcone di un appartamento al settimo piano.. Lo ha disposto il magistrato Vincenzo Barba della Procura di Roma, titolare dell’inchiesta aperta per istigazione contro ignoti. È lo stesso reato per il quale procedevano i magistrati polacchi che hanno gestito le prime fasi del caso tra ascoltare i testimoni, i tre amici di Salvatore presenti nella stanza al momento del volo dalla finestra, all’autopsia sul giovane.
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Il sequestro del pc era stato invocato dal legale dei genitori di Salvatore, Carmine e Mary, l’avvocato Andrea Di Giuliomaria nella convinzione che la memoria del computer possa contenere spunti e conferme allo scenario in cui è maturata la caduta dal palazzo di Varsavia. Un contesto di alcol e droghe, definite ricreative e spirituali, di cui il gruppo di amici faceva uso con una figura, il trip sitter, incaricata di controllare le reazioni degli altri agli effetti delle sostanze. Del sequestro si occuperanno i carabinieri di Ponsacco. Sarà poi il magistrato, uno dei pm del primo processo sul caso Cucchi, a incaricare un consulente per estrapolare dati, video e immagini.
È grazie alla volontà dei genitori di Salvatore di voler andare fino in fondo nella vicenda per capire cosa è successo davvero al loro unico figlio, che la storia si arricchisce di dettagli capaci di sollevare un velo su un mondo oscuro.
Filmati di persone che fanno sesso con cadaveri appena riesumati, droghe consumate seguendo una sorta di rito collettivo scambiandosi linguaggi all’apparenza criptici. Obiettivi e sfide in realtà virtuali in cui i protagonisti si definiscono psiconauti. Non c’è solo materiale da Procura nell’ambiente che sta venendo in superficie nella battaglia per la verità portata avanti da Carmine e Mary. Nessuno aiuto è arrivato dai tre amici conosciuti sul web e con i quali Salvatore si era dato appuntamento a Varsavia. La famiglia di Iacopo, l’amico lucchese con cui il 24enne aveva fatto il viaggio, hanno fatto scrivere dall’avvocato diffidando i genitori del giovane morto dal continuare a cercare il loro figlio. Ora le decisioni su come muoversi e dove orientare le indagini spettano alla Procura di Roma.