I disagi nelle aule superati con un progetto
Al Montale si è concluso il percorso per facilitare l’inclusione: è stato finanziato dal Rotary cittadino
PONTEDERA. “We are together”. Un progetto per facilitare l’inclusione scolastica, in particolare per quanto riguarda gli alunni con bisogni educativi speciali. Un percorso cominciato nell'ottobre scorso e terminato ieri mattina, con la conferenza stampa conclusiva nella sala conferenze del liceo Montale di Pontedera.
Professori, personale Ata e una psicologa. Sono molte le personalità coinvolte all’interno del programma che, una volta arrivato all'atto finale, si è rivelato determinante per il miglioramento del clima all’interno delle classi, come spiega in apertura la preside Lucia Orsini. «Grazie a “We are together” si è instaurato un clima più sereno e accogliente tra gli studenti. Era il nostro intento e ci siamo riusciti. I miei complimenti vanno a tutte le persone coinvolte».
Il progetto è stato finanziato dal Rotary club di Pontedera, con il sostegno del Rotary Foundation. In rappresentanza del club pontederese ha parlato il presidente Alessandra Bianchi: «Fin da subito ci siamo detti disponibili ad appoggiare l’idea del liceo Montale. Il Rotary, infatti, serve al di sopra di ogni interesse personale ciò che ritiene meritevole di sostegno. Vogliamo incoraggiare e promuovere l’idea di servizio come base delle iniziative benefiche». Il progetto, suddiviso in tre parti, ha coinvolto 15 classi, la maggior parte delle quali del biennio. In una prima fase la piscologa Simona Orlandi ha sostenuto alcune lezioni per far discutere ragazzi e ragazze sulle diversità e differenze tra loro. Poi una rappresentanza di ex studenti del liceo sociopsicopedagogico si è resa protagonista di un tutoraggio alla pari con altri studenti, in modo da aiutarli nello studio delle discipline. Quindi l’ultima parte, in cui sono stati utilizzati 5 computer , donati dal Rotary Club, per una didattica diversa, finalizzata a comprendere le ‘diverse abilità’ fra gli alunni. «Le attività nelle classi – ha spiegato in conclusione la psicologa Simona Orlandi - sono state direzionate a seconda delle esigenze. Credo che sia stato determinante cominciare il confronto nelle classi a ottobre e non nel pieno dell’anno scolastico. Nei primi giorni di scuola, infatti, le dinamiche di inclusione non sono ancora definite ed è più facile lavorare con i ragazzi». (t.s.)
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