Conad, nessun licenziamento a Fontanelle

Guido Bini
Il magazzino Conad del Tirreno a Montopoli Valdarno
Il magazzino Conad del Tirreno a Montopoli Valdarno

In attesa del nuovo gestore, Cgil rivendica la lotta contro Alma Group

14 luglio 2010
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 MONTOPOLI. «Conad del Tirreno, in qualità di committente, intende rassicurare le organizzazioni sindacali con riferimento all'operazione relativa al centro distributivo di Montopoli. In particolare, faremo includere nel nuovo contratto di appalto un'espressa clausola per garantire da parte del nuovo appaltatore i livelli occupazionali esistenti e le condizioni economiche e normative acquisite dai lavoratori».  Per il magazzino Conad delle Fontanelle e per i suoi trecento addetti, per lo più stranieri, si apre così una nuova pagina, fatta di rassicurazioni sul futuro. La pagina chiusa riguarda, invece, il consorzio Alma Group, che ha gestito negli ultimi anni il magazzino, accusato di irregolarità da parte della Cgil e colpito dalle sanzioni, pari a mezzo milione di euro, comminate dalla Direzione provinciale del lavoro.  A diramare le rassicurazioni di Conad ai sindacati è la Filt Cgil di Pisa, che le annovera tra i risultati scaturiti dall'incontro del 9 luglio, quando il sindaco di Montopoli Alessandra Vivaldi pretese e ottenne un incontro con la stessa Cgil e i vertici di Conad del Tirreno.  «Chiuso il capitolo Alma - afferma il responsabile pisano di Filt Cgil, Goffredo Carrara -, dobbiamo guardare al futuro. L'impegno della Cgil è di rimanere al fianco dei lavoratori del magazzino, affinché le garanzie avanzate da Conad siano rispettate». E aggiunge: «Ci adopereremo per aiutare tutti gli stranieri giunti a Montopoli inseguendo la promessa di un permesso di soggiorno, affinché la loro dignità di lavoratori non resti calpestata». La Cgil segna come vittoria anche il dietrofront di Alma Group «ottenuto - dice Carrara - grazie alla non facile sindacalizzazione di questi lavoratori stranieri, nonostante i continui tentativi di disgregazione messi in atto facendo spesso leva su questioni etniche».  Nel ripercorrere tutta la vicenda i vertici Cgil di Pisa non le mandano a dire. È soprattutto Gianfranco Francese, il segretario provinciale, a sentire il bisogno di togliersi un po' di sassolini dalle scarpe. Il primo con cui se la prende è Francesco Masarà, legale di Alma Group, che aveva definito le accuse della Cgil sullo sfruttamento dei lavoratori tutta un'invenzione. «Che torni pure a difendere Provenzano - dice Francese -, così avremo qualche certezza in più che sarà condannato come si deve».  La seconda stoccata di Francese è per le istituzioni, e, in particolare, per la Provincia: «Al di là del lodevole impegno assunto dal sindaco di Montopoli, e di un attestato di solidarietà giunto dall'assessore provinciale Santoni e di alcune associazioni come l'Arci, mi ha colpito il silenzio e l'immobilità di molte istituzioni, di fronte a una situazione che richiedeva un intervento immediato, con senso di responsabilità e solidarietà».  L'ultima bordata è per gli altri sindacati. «Finora non abbiamo voluto rispondere alle accuse delle altre sigle sindacali - dice il segretario pisano della Cgil - perché non si desse ad intendere che si trattava soltanto di beghe fra sindacati e non di sfruttamento del lavoro. Voglio però ricordare a questi sindacati che il 2 luglio si presentarono alla stampa dicendo che all'interno del magazzino non esistevano problemi, salvo poi essere smentiti nel pomeriggio quando si seppe delle irregolarità accertate dalla Direzione provinciale del lavoro». «Mi auguro che in questi sindacati - conclude caustico Francese - si apra presto una discussione circa le persone che li rappresentano a livello locale».
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