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Pistoia: addio a Mario Cecchi, fondatore della comunità degli Elfi

di Redazione Pistoia

	Mario Cecchi con il sindaco Alessandro Tomasi due anni fa alla presentazione del libro che racconta la sua storia (foto Nucci)
Mario Cecchi con il sindaco Alessandro Tomasi due anni fa alla presentazione del libro che racconta la sua storia (foto Nucci)

Aveva 74 anni, negli anni Ottanta la nascita della comunità in montagna. L’uomo si è spento nel villaggio di Avalon, sulla collina di Montevettolini

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PISTOIA. Se ne è andato a 74 anni Mario Cecchi, fondatore e tra i principali animatori della comunità degli Elfi della nostra montagna, uno dei più longevi ecovillaggi d’Italia e con più appartenenti, che oggi sono 150.

Cecchi, genovese di nascita, era malato da tempo ed è venuto a mancare ad Avalon, il villaggio gestito sulla prima collina tra Montevettolini e Cecina, sul territorio al confine tra i comuni di Monsummano e Larciano. Mentre il resto della comunità abita da sempre nei casolari all’interno dei boschi di Sambuca Pistoiese, dove la comunità degli Elfi è nata negli anni Ottanta.

Si ricorda di Cecchi l’ultima sua uscita pubblica a Pistoia nel gennaio di due anni fa, quando alla biblioteca San Giorgio presentò il libro sulla sua vita, “Ritorno alle origini. L’esperienza degli Elfi”, edito dall’associazione ’9Cento.

L’uomo aveva anche fondato la Rete italiana villaggi ecologici (Rive), che così lo ricorda: «Le sue impronte continueranno a segnarci il cammino, il suo cuore e la sua anima ci faranno da guida, illuminando la direzione, il suo spirito libero sarà esempio di presenza a noi stessi, ai nostri sogni e bisogni, emozioni e sentimenti, consapevoli dell’interazione col cosmo».

Ancora il cordoglio: «Mario ha lasciato aperta la sua casa, il suo cuore e con umile servizio ha regalato tutto che di prezioso si possa dare, tutto ciò che la più grande ricchezza non può comprare. Chiunque abbia incrociato il suo cammino ha capito che c'è ancora una speranza per l'umanità. Una umanità fatta di terra, di natura, di emozioni, di gesti naturali che mostrano come sia semplice l'amore. Per tanti di noi è stato tutto, padre, amico, l'unico che ti diceva sempre si, la mano tesa nei momenti più bui. Simbolo di comunità, attivista dell'amore, una fiamma umile, una visione fatta di libertà, spontaneismo, libera scelta, amore incondizionato, accoglienza senza giudizio, camminata giorno per giorno in un silenzio assordante». «Non servivano parole – concludono – serviva solo seguirlo nei campi, vederlo arrivare, sedersi al suo fianco e lasciarti travolgere da quella sensazione di essere a casa».

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