Il Tirreno

Pistoia

Il caso

Pistoia, volontari aggrediti nel parco della piazza – Il racconto e cosa è successo

di Tiziana Gori
Emiliano Biagini, Domenico Ventrella e Valentina Urati
Emiliano Biagini, Domenico Ventrella e Valentina Urati

La Misericordia: «Con pazienti alterati servirebbe sempre l’intervento congiunto insieme a noi delle forze dell’ordine»

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PISTOIA. Antonio Turrisi, l’84enne volontario della Misericordia di Empoli aggredito alla mensa Emmaus da un senzatetto nigeriano, è ancora in prognosi riservata. Il 40enne dovrà rispondere del reato di tentato omicidio. Questo è l’ultimo episodio, in ordine di tempo, di aggressioni nei confronti di personale sanitario o volontari di associazioni.

I frequenti episodi nei pronto soccorso, l’episodio di una volontaria della Misericordia di Pistoia schiaffeggiata e picchiata alcuni mesi fa da una paziente in stato di alterazione. E la scorsa settimana Turrisi, il cui caso ha portato a profonde riflessioni nell’opinione pubblica.

L’appello

Dopo quanto accaduto nel parco di piazza della Resistenza lunedì sera, anche i volontari della Misericordia chiedono che, nei casi in cui il 118 segnali pazienti in stato di alterazione psichica o da abuso di sostanze l’intervento dei sanitari e delle ambulanze sia concomitante con quello delle forze dell’ordine.

«Siamo in contatto quotidiano con la Centrale di emergenza urgenza – afferma Riccardo Fantacci, direttore dei servizi della Misericordia di Pistoia – e ci confrontiamo costantemente con il nuovo direttore, Andrea Nicolini. Siamo sicuri che riusciremo a organizzarci al meglio anche per questo tipo di necessità». L’appello viene dagli stessi volontari. Alcuni mesi fa toccò a una volontaria della Misericordia di Pistoia, lunedì sera a tre volontari della Misericordia di Candeglia e Valli della Bure. E visto che alcuni pazienti risultano ingestibili, se il 118 ha il “sentore” che la situazione potrebbe essere pericolosa, deve esserci un intervento congiunto delle forze dell’ordine. Altrimenti, afferma Emiliano Biagini, uno dei tre volontari in servizio lunedì «la situazione può farsi veramente pericolosa».

Il racconto

Alle 19 di lunedì il 118 invia l’ambulanza al parco di piazza della Resistenza. È richiesto un intervento di soccorso per un codice rosso. Una passante, portando a passeggio in cane nel parco, aveva notato un uomo accasciato a terra e aveva chiamato il 112. «Siamo partiti con l’ambulanza – dice Biagini – io, Valentina Urati e Domenico Ventrella, insieme all’infermiere. Quando siamo arrivati era chiaramente buio e pioveva. Ci trovavamo in una parte del parco anche meno illuminata. Accanto al 33enne, di nazionalità italiana, c’era la fidanzata. Poco distanti tre persone di colore. Visto che pioveva gli abbiamo chiesto se ce la faceva a raggiungere a piedi l’ambulanza, così lo controllavamo senza che si bagnasse. Ha fatto cenno di sì, ma appena l’abbiamo aiutato a salire sul mezzo e ha visto le luci accese ha dato in escandescenze. Ha aggredito l’infermiere: «Spacco tutto», gridava. I tre uomini di colore che si trovavano vicino alla coppia nel parco si sono avvicinati con fare minaccioso. Il 33enne è sceso, cercando di portare con sé l’infermiere. «Lo tirava per la manica del giacchetto».

Nella concitazione del momento l’uomo è riuscito a togliergli l’indumento, che è rimasto attorcigliato intorno a un braccio del 33enne. «Non glielo voleva rendere. A quel punto abbiamo deciso di allontanarci di qualche metro, restando nel parco». Mentre l’ambulanza partiva, il “paziente” la inseguiva, tirando dei pugni sulla fiancata del mezzo.

Interviene la polizia

«Abbiamo chiamato la polizia, perché dopo cinque minuti si è di nuovo avvicinato colpendo con i pugni l’ambulanza. Allora abbiamo deciso di uscire dal parco fino all’arrivo delle forze dell’ordine».

In piazza della Resistenza sono giunte una pattuglia delle Volanti e l’automedica. Lungi dal calmarsi il 33enne ha tirato una testata a un poliziotto. «Non si calmava. Alla fine però sono riusciti a bloccarlo». Dalla questura fanno sapere che è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

La richiesta

«Crediamo – afferma Riccardo Fantacci – che sia il caso di definire con enti locali e prefettura un protocollo d’intervento per tutelare le associazioni in casi che si presentino come potenzialmente pericolosi».

Il parco

I volontari suggeriscono maggiore illuminazione e la chiusura notturna. Ipotesi, la seconda, rigettata dal Comune, che la ritiene non praticabile. Che una parte del parco sia poco illuminata lo rimarca Biagini: «Il vicolo principale dalla parte destra delle mura è tutto buio. E nelle vicinanze ci sono solo alcune lucine fioche. Di lunedì sera, di novembre, quando piove, anche se il parco è più vissuto rispetto a qualche anno fa, non è che ci siano tante persone». Però il parco di piazza della Resistenza continua a essere un punto di ritrovo tra clienti e spacciatori. Meno di prima, ma ancora lo è.

«Questi – afferma Fantacci – sono luoghi che hanno sempre creato un po’ di problemi. Anche se in alcuni momenti la situazione era migliorata. Abbiamo chiesto che in certe occasioni ai volontari siano affiancate le forze dell’ordine. Il 118 di solito le avverte, in questo caso non è accaduto. Forse dovremmo pensare a un protocollo più stringente. Ma siamo sicuri che ci sarà l’interesse da parte di tutti a che le situazioni di pericolo siano ridotte al minimo».

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