Pistoia, tir fuorilegge sul ponte della Bure: «Passano nonostante il divieto»
La protesta del Comitato di Pontenuovo: situazione di fragilità, con cantiere aperto e prescrizioni ignorate. Serve l’installazione di un sistema di controllo automatico
PISTOIA. Mentre la Provincia ha individuato la ditta per il secondo lotto di lavori, quelli che interesseranno la spallina danneggiata del ponte sulla Bure, il transito in via Montalese è stato riaperto dal 15 giugno. A senso unico alternato, e con il divieto, vista la sussistenza di un cantiere in corso, di accesso ai mezzi con peso superiore alle tre tonnellate e mezzo.
Due bei cartelli, direzione Pistoia e direzione Santomato, sono posizionati prima dei due movieri semaforici, ma vengono bellamente ignorati. È uno “scorrazzìo” continuo di tir fuorilegge, e il Comitato di Pontenuovo non ci sta.
Soprattutto dopo che i residenti del paese hanno fatto presente, senza successo, la situazione agli enti preposti. E lo hanno fatto con tanto di foto, che, presi da sconforto e rabbia, hanno deciso di inviare agli organi di stampa.
«Come rappresentante del Comitato di Pontenuovo – afferma Stefano Boni – sento il dovere di esprimere una profonda preoccupazione per la gestione del ponte sulla Bure da parte delle amministrazioni locali. Nonostante il divieto esplicito di transito per i mezzi superiori alle 3,5 tonnellate, assistiamo quotidianamente al passaggio indisturbato di camion e veicoli pesanti. Questa violazione sistematica non è un episodio isolato, ma il sintomo evidente di una grave carenza nei controlli e nella volontà di far rispettare le regole.
Abbiamo più volte segnalato la situazione alla prefettura, alla polizia stradale e alla polizia municipale, ma le nostre denunce sembrano non sortire alcun effetto. La risposta istituzionale – spiega – è stata, nella migliore delle ipotesi, tiepida; nella peggiore, completamente assente. E intanto, la sicurezza dei cittadini viene messa a rischio, mentre la fiducia nella capacità delle istituzioni di tutelare il bene pubblico si sgretola giorno dopo giorno».
Il Comitato ammette che «la riapertura parziale del ponte, con senso unico alternato, ha rappresentato un sollievo per la viabilità locale». Ma ha anche evidenziato una gestione opaca e priva di visione: «Mancano i marciapiedi, mancano i parcheggi, non esiste un piano concreto per una viabilità alternativa alla Montalese, e i lavori del secondo lotto non sono ancora partiti. I cittadini si ritrovano così a convivere con un’infrastruttura fragile, esposti al rischio che il ponte possa subire danni irreparabili.
È inaccettabile che, in un contesto così delicato, le amministrazioni non riescano a garantire il rispetto delle regole che esse stesse hanno imposto. Il ponte di Pontenuovo non è soltanto un manufatto: è il simbolo di una comunità che chiede sicurezza, trasparenza e rispetto. Ignorare le violazioni equivale a tradire quella fiducia.
Se le istituzioni vogliono davvero dimostrare responsabilità, devono agire subito. Serve l’installazione di sistemi di controllo automatico, un’intensificazione della sorveglianza e, soprattutto, l’apertura di un dialogo serio con i cittadini. Diversamente, il ponte rischia di diventare non solo un problema strutturale, ma anche il triste emblema di un fallimento politico che la nostra comunità non è più disposta a tollerare».
La circolazione in via Montalese, a Pontenuovo, è ripresa come detto a metà giugno. Dopo i tre mesi di pausa estiva le scuole hanno riaperto e il traffico si è intensificato. Oltre ai semafori sul ponte ci sono anche quelli all’altezza del Villaggio Lazzi per i lavori della Ciclovia del sole. La situazione è complicata ma il divieto per i mezzi pesanti chiaro. Solo che viene ignorato.
