Pistoia, la grande fuga dal municipio: dimessi in 20 dall’inizio del 2025 – Stipendi e carichi di lavoro, perché vanno via
I dipendenti comunali preferiscono altri enti pubblici con contratti migliori. Sul caso Tosi (Pd) annuncia una interrogazione, per l’assessora Semplici Pistoia è in linea con gli altri comuni
PISTOIA. Nei primi dieci mesi del 2025 sono stati venti i dipendenti del Comune di Pistoia con contratto a tempo indeterminato che hanno presentato le proprie dimissioni. È quanto emerso durante la discussione in consiglio comunale di una a variazione di bilancio, dove è stato specificato che si tratta di cessazioni di rapporti di lavoro non previste a inizio anno. E di questi venti dipendenti nessuno ha optato per passare al settore privato né tantomeno c’è qualcuno che ha voluto reinventarsi in qualche forma di lavoro autonomo.
Chi ha scelto di percorrere altre strade lavorative lo ha fatto quasi sempre per trasferirsi ad altre branche dell’amministrazione pubblica dove, in virtù di migliori contratti integrativi, le retribuzioni sono molto maggiori. Altri, ma sono una minoranza, hanno optato per altri comuni più vicini a casa propria.
Quali che siano le motivazioni, resta il fatto che il Comune di Pistoia sta vivendo, come il nostro Paese del resto, una sorta di inverno demografico da cui non si intravede ancora una via d’uscita. «Nel dettaglio – dice il consigliere del Pd Paolo Tosi – se ne sono andati 8 istruttori, 7 funzionari, 4 operatori esperti e un operatore generico. Queste dimissioni, sommate ai pensionamenti programmati, determinano una riduzione complessiva di circa 34 unità. Dai 638 dipendenti del 2024 si passa ai 629 del 2025».
Il piano assunzioni del Comune per l’anno in corso quindi non è stato sufficiente a scongiurare il temuto “segno meno”. «Nel 2018 – prosegue Tosi – i dipendenti comunali erano circa 730. Con questa giunta in otto anni si sono perse circa 90 unità. Quest’anno l’amministrazione ha cercato di correre ai ripari aggiornando il piano dei fabbisogni con la previsione di 11 nuove assunzioni. Questo numero risulta però ampiamente insufficiente: ne servirebbero almeno il doppio solo per compensare le uscite. Abbiamo più volte chiesto di realizzare un’indagine sul clima interno ma questa eventualità è sempre stata negata dalla giunta Tomasi. Solo a giugno è stato somministrato un questionario anonimo ai dipendenti; ho già presentato un’interrogazione per saperne i risultati».
Focalizza la sua analisi sul gap retributivo sfavorevole rispetto agli altri enti della pubblica amministrazione Riccardo Cappellini, della Cgil: «Al Comune di Pistoia l’abbandono di così tanti dipendenti dipende dal sommarsi di due motivi che, inevitabilmente, finiscono con l’intrecciarsi. Il primo sono le retribuzioni molto più basse dei dipendenti comunali rispetto agli altri dipendenti pubblici, l’altro è la difficoltà del comune ad assumere nuovo personale in virtù dei vincoli di bilancio. Il sommarsi di queste concause provoca dei buchi d’organico che non potendo essere colmati, obbligano i lavoratori che restano al loro posto a lavorare di più e con ritmi più pressanti, rendendo così meno appetibile il loro impiego».
I dipendenti comunali hanno infatti stipendi molto più bassi rispetto ai colleghi di altri settori dell’amministrazione come, ad esempio, la Regione, l’agenzia delle entrate. Questo in virtù del contratto delle funzioni locali che si estende appunto a questa tipologia di dipendenti. Questo contratto non viene peraltro rinnovato dal 2021 perché né la Cgil né la Uil hanno intenzione di sottoscriverne uno nuovo con la controparte governativa che, a fronte di un’inflazione certificata dall’istat al 16%, dà dei ristori economici di appena il 5,78%: «Il Comune di Pistoia – continua Cappellini – ha poi una peculiarità peraltro molto positiva. Infatti, rispetto ad altri comuni che nel corso degli anni hanno esternalizzato tantissimi servizi, Pistoia mantiene sotto la sua egida la gestone delle scuole, delle collaboratrici scolastiche, dei cantieri comunali, dei giardinieri e di tantissimi operai addetti alle varie manutenzioni. Quindi, visto che la legge impone ai comuni di programmare le assunzioni in base alle previsioni delle entrate future, la gran mole di fronti su cui il comune di Pistoia è esposto fa sì che l’impegno economico sia sempre notevole, lasciando così margini ridotti per l’immissione di nuovi addetti».
A fronte di queste osservazioni l’assessora al personale Margherita Semplici risponde però lapidaria: «Il Comune di Pistoia non è interessato più di altri comuni italiani da procedure di dimissioni o mobilità».
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