Gaza, a Pistoia caos in consiglio comunale: «Minacciato di morte»
Il presidente dell’assemblea: dal pubblico parole inaccettabil
PISTOIA. «Ho avvertito la Digos. Porterò le trascrizioni della seduta in procura». Emanuele Gelli, presidente del consiglio comunale, esponente di Fratelli d’Italia, non dice che il nome a cui sarebbero giunte minacce di morte è il suo. Lo fanno esponenti della maggioranza: il consigliere decano Giampaolo Pagliai, l’esponente della civica “Ale Tomasi sindaco” Giuseppe Patanè, il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Pelagalli. Qualcuno, dallo spazio riservato al pubblico in Sala Grandonio, avrebbe gridato le frasi: “Gelli presto morirai” o “Gelli devi morire”. Il tutto mentre le opposizioni stavano lasciando l’aula in segno di protesta e pochi istanti dopo che Gelli aveva tolto la parola alla consigliera del Pd Antonella Cotti Menici, rea di aver voluto parlare ancora una volta dell’argomento consiglio aperto su Gaza: «Sono costretto a toglierle la parola, consigliera. Qui si strumentalizza. Ho già detto che sono disponibile a convocare una conferenza dei capogruppo una volta terminato il consiglio. Non a sospendere la seduta ora, con punti importanti all’ordine del giorno».
Gelli minacciato? I gruppi di minoranza insorgono: «Alla reazione del presidente del consiglio, che ha tolto la parola alla consigliera Cotti, abbiamo abbandonato l'aula non potendo condividere questo atteggiamento. Fino a quel momento, nessuna parola offensiva o comportamento scorretto è stato tenuto dai consiglieri di minoranza né dal pubblico presente. Il primo a lanciare offese verso i manifestanti è stato un consigliere di maggioranza, mentre noi ci allontanavamo».
Che non sarebbe stato un pomeriggio come gli altri lo si è intuito sin dalla tensione creatasi nell’aria alle comunicazioni che precedono la seduta vera e propria, quando ha chiesto di parlare Matteo Giusti, capogruppo Pd. Giusti ha ricordato il corteo «pacifico e gioioso», come in altre parti d’Italia, che venerdì scorso ha percorso le strade del centro, fino ad arrivare in piazza Duomo. Ha rinnovato l’invito a un consiglio comunale straordinario, aperto alla città: «Perché non sono più ora solo 12 consiglieri di minoranza a chiederlo, è la città».
È stata avanzata la richiesta che il consiglio fosse sospeso per qualche minuto, in modo da consentire una conferenza dei capigruppo che decidesse in merito: «Tomasi – ha detto rivolgendosi a Gelli – è impegnato in campagna elettorale, ma lei può farsi portavoce della richiesta che arriva dai pistoiesi. In piazza c era tanta società civile. In qualche modo si abbia il coraggio di discuterne e di aprirsi. Le piazze hanno parlato, abbiamo il dovere di ascoltarle e rispondere. Il silenzio non è più accettabile».
«È intollerabile quello che sta avvenendo a Gaza – ha detto Giampaolo Pagliai – Anche se non dobbiamo dimenticare che tutto è partito da Hamas. L orrore di un genocidio da un lato e l orrore della tragedia innestata dai briganti di Hamas dall’altro». Anche Nesti (Pep) e Nuti (Civici e riformisti) hanno preso la parola. Nuti per ricordare che «il consiglio aperto può essere convocato quando c’è un rilevante interesse per la comunità».
Citando l’articolo 44 del consiglio, Gelli ha ricordato come sulle mozioni d’ordine la decisione spetti al presidente del consesso: «Quella di una conferenza ora è una richiesta irrituale. Do la mia disponibilità a convocarla al termine della seduta, in cui saranno discussi punti importanti. Non ora. Tra l’altro, potremmo affrontarla tra due giorni, mercoledì, quando avremo di nuovo la conferenza dei capogruppo».
La seduta prosegue con la presentazione da parte dell’assessore all’Urbanistica Leonardo Cialdi dell’accordo tra Comune, Fondazione Caript e Università di Firenze per la nuova sede di via Pertini. Un piano che trova il plauso dei consiglieri di maggioranza. E in questa discussione chiede la parola Cotti Menici. Non per Uniser, ma per rammaricarsi del diniego alla conferenza dei capigruppo. Enuncia i numeri: «23mila bambini uccisi, 65mila civili morti». Dal fondo della Sala partono gli applausi dei cittadini e degli attivisti Propal che assistono all’assemblea.
Gelli prende il microfono e ferma Cotti Menici, invitandola a non strumentalizzare e dicendosi costretto a toglierle la parola. Di fronte a questa decisione, i consiglieri di minoranza si alzano e abbandonano l’aula. E in questi istanti sarebbero volate, oltre ai “Vergogna” che si odono distintamente anche in streaming, le frasi minatorie nei confronti di Gelli.
I consiglieri di maggioranza insorgono in sua difesa. Paola Calzolari (Forza Italia) si dice turbata, Cinzia Cerdini (Lega) invita a distinguere tra il legittimo diritto a esprimere opinioni e il rischio che queste manifestazioni diventino terreno fertile per l’odio. Pelagalli stigmatizza la presunta (perché fino al termine delle indagini tale è) aggressione verbale e ricorda come pochi minuti prima da lui e dagli altri consiglieri di maggioranza fosse stato espresso un sentimento di vicinanza a Paolo Tosi, anch’egli oggetto di minacce. «Mai successa una cosa simile prima in consiglio comunale», dichiarano Pelagalli, Iacopo Bojola (Amo Pistoia), Fabio Raso (Avanti Pistoia) e Cinzia Cerdini. E con le minoranze assenti non possono essere più discusse interpellanze e mozioni, per cui Gelli dichiara finita la seduta alle 16,19: «Potevamo fare la conferenza dei capigruppo, ma le opposizioni non ci sono. Evidentemente non interessava».