A Casalguidi torna la paura della pioggia: «Stufi dei continui allagamenti»
Acqua nelle case e nei negozi intorno a piazza Vittorio Veneto per il temporale di mercoledì. Debora Brilli del centro estetico Appeal: «Qui non si vive più»
CASALGUIDI. Sono bastati 15-20 minuti di violenti rovesci, mercoledì pomeriggio, a rituffare Casalguidi nella paura. Mentre l’acqua invadeva le strade ed entrava nelle case intorno a piazza Vittorio Veneto (via Montalbano, via Macelli, via Martiri della Libertà, via Fucini, via San Biagio) nella mente dei residenti è riaffiorato il trauma vissuto con l’alluvione del novembre 2023. Complice la durata ridotta del temporale - che a onor del vero ha allagato varie parti della Toscana e della provincia - stavolta i danni sono stati assai più lievi. Ma chi si è trovato ad affrontare lo stesso tipo di disagio già sperimentato varie volte nel corso degli anni, sente ormai la misura colma.
«È la terza volta in pochi anni che mi entra l’acqua in negozio - racconta Debora Brilli, titolare del centro estetico Appeal in via Martiri della Libertà - Il dosso più avanti crea una sorta di piscina e l’acqua inevitabilmente passa. Ieri (mercoledì, nda) ero fuori, mi hanno avvertito e sono corsa immediatamente. Anche se minori rispetto ad altre volte i danni ci sono stati, porte sciupate e macchie sul muro. Sono stanca di questo problema. Non punto il dito contro nessuno, ma fatto sta che non vivo più. Sono 25 anni che lavoro qui, per le alluvioni non ho avuto un centesimo». Le strade a colpo d’occhio più allagate sono state via Macelli e la parte di via Montalbano che confluisce in via San Biagio, a ridosso del cantiere al fosso di Casale di fianco al circolo Ariston. Qui i residenti hanno continuato a pulire anche ieri.
«Il problema è nato dalla griglia che è stata ostruita da dei sacchi di sabbia (tema ripreso dal vicesindaco Gargini nell’articolo a fondo pagina, nda), così la strada si è allagata - spiega Rolando Giovannetti senza smettere di lavorare col tubo di gomma e le galosce - stavolta l’acqua si è fermata allo scalino dell’ingresso e in casa ne è entrata poca, quando ci fu l’alluvione del 2023 arrivò fino a sopra il muretto. Menomale poi ha smesso di piovere e aprendo la griglia l’acqua è defluita». Poco più avanti abita Filomena Paparo. «Le griglie non ricevevano più e l’acqua è entrata in casa, ha rovinato la parte di sotto del divano nuovo e alcuni mobili, in più la lavastoviglie non funziona. Queste cose non devono succedere, ora chi me li paga i danni?» Si domanda.
Tra le persone trovatesi spesso a tu per tu con questi inconvenienti c’è anche l’ex consigliere comunale Matteo Giovannoni, residente nel tratto di via San Biagio più vicino alla piazza. «Questa è la quarta volta - condivide amareggiato il suo personale "allagometro" - la fortuna è che ha smesso di piovere. Il clima è cambiato ma non si può sempre dare la colpa a qualcos’altro. Se le fogne sono esplose vuol dire che non c’era manutenzione. Era stata diramata anche l’allerta meteo, in questi casi qualcosa si può e si deve fare». Giovannoni introduce poi l’argomento dei ritardi subiti dall’intervento di ristrutturazione del fosso tombato di Casale, opera da 2,1 milioni di euro che dovrebbe aumentare la sicurezza idrogeologica della zona.«I lavori vanno avanti a singhiozzo, chi rimane col cero in mano siamo noi - aggiunge - Qui abitano tante persone anziane, non possono essere costrette a uscire e ad alzare i tombini».
Dietro piazza Vittorio Veneto, gli allagamenti hanno riguardato anche alcune attività commerciali di via provinciale Montalbano, penalizzate dalla posizione inferiore rispetto al piano stradale. È il caso dell’Erboristeria Tradizionale di Carmela Paduano. «Ci sono già passata con l’alluvione del 2019 e quella grossa del 2023, sempre la stessa storia - dice - nonostante adesso abbia una paratia che comunque ha retto, l’acqua è entrata lo stesso. Trovandoci in discesa, qui convoglia tutta la pioggia che scorre da via San Biagio e via Bugigattoli e si forma un mare. Le griglie davanti al negozio servono per il palazzo e le fogne non assorbono. Ma la cosa peggiore è che dall’amministrazione mi è stato detto in via amichevole che faccio prima ad andarmene da qui, sono molto arrabbiata». In tutto questo siamo ancora in estate e sorge spontanea una domanda, valida non solo per Casalguidi ma per tutte le zone basse e fragili del Pistoiese e della Piana: il territorio arriverà sufficientemente equipaggiato alla stagione delle piogge?