La piana Prato-Pistoia esce dalle aree critiche per lo smog: cosa cambia in concreto e cosa è migliorato
Grazie ai dati Arpat e alle misure ambientali, il territorio è stato tolto dalla “zona rossa” dopo 8 anni. Restano invece tra le più inquinate la Valdinievole e la piana lucchese
Pistoia Buone notizie per la nostra salute, ma attenzione ad abbassare la guardia. La Regione infatti, sulla base delle rilevazioni di Arpat, ha tolto il territorio della piana “Prato Pistoia” dall’elenco delle cosiddette aree critiche per la qualità dell’aria. Con lei sono uscite dalla “zona rossa” anche le aree urbane di Siena e Livorno.
La regola
Condizione sine qua non per poter essere cancellati era il non aver registrato sforamenti nei limiti delle emissioni negli ultimi 5 anni. Sotto osservazione nel nostro caso il particolato (i Pm10): non si dovevano superare i 35 giorni all’anno di sforamenti al limite di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10. Ebbene, la piana Pistoiese/Pratese, già inserita tra le aree critiche nel 2015, aveva visto confermatala collocazione anche nel 2023 sulla base delle rilevazioni del quinquennio precedente (2017-2022). Questo perché nel 2017 la centrale di rilevamento di Montale aveva superato il limite di Pm10 per 36 giorni. Ma già nel 2023, nonostante quel dato che impediva di uscire dalle aree critiche, era stato evidenziato un netto miglioramento della qualità dell’aria rispetto agli anni precedenti. Intanto dal 2017 non ci sono stati altri sforamenti, ed essendo passati ormai 8 anni la nostra piana poteva essere tolta dalle aree critiche.
Gli altri numeri
Ma al di là di quell’aspetto normativo, in generale i numeri indicano un miglioramento della situazione generale. Partendo proprio dalla centralina di Montale dai 36 sforamenti del 2017 si è passati ai 26 del 2018, quindi 20 nel 2019 e poi un caso strano, una nuova impennata (e non solo a Montale) nel 2020, l’anno del lockdown quando molte attività erano ferme o rallentate e per un lungo periodo il traffico è stato quasi azzerato. Quell’anno gli sforamenti sono stati 28, un dato chedarebbe ragione agli studi che non indicano nel traffico la causa primaria di emissioni. Nel 2021 gli sforamenti sono tornati a scendere (18), per assestarsi a 20 nel 2022, risalire a 27 nel 2023 e tornare a 22 lo scorso anno. Andamento analogo nelle altre centraline: quella di via Signorelli a Pistoia, e nel le due pratesi di via Roma e via Ferrucci, dove non si sono mai superati i 35 giorni, con una tendenza generale alla diminuzione delle giornate di sforamento (tranne quel picco nel 2020).
Il confine Serravalle
L’aspetto curioso è che i dati sostanzialmente positivi (anche se si può far sempre meglio) della piana da questo lato del Serravalle fanno a pugni con quelli pessimi appena la di là del Serravalle. La piana valdinievolina, infatti, è e resta abbondantemente nell’elenco delle aree critiche. Anzi, delle più critiche in assoluto. Quella fetta di territorio che comprende per continuità fisica oltre alla Valdinievole anche la Piana Lucchese è da tempo considerata una delle aree più inquinante a livello continentale. In questo caso la centralina di riferimento è quella di Capannori, e qui gli sforamenti sono una costante continua.
Gli effetti
L’uscita dalle aree critiche consente un allentamento delle misure, con molti divieti (per esempio di accensione di stufe e caminetti a biomasse, o di bruciare gli sfalci) che diventano raccomandazioni, che comunque vale la pena seguire.
Il commento
«Grazie al costante impegno dell’ufficio ambiente, alla progressiva implementazione di misure strutturali contenute nel Piano di azione comunale e all’applicazione di ordinanze per la gestione dei periodi critici per l’inquinamento atmosferico che, in alcuni casi, non sono state semplici da gestire, data la vastità del territorio – sottolinea l’assessore alle politiche ambientali Gabriele Sgueglia – siamo riusciti a ottenere un risultato di grande valore, che conferma la correttezza delle scelte compiute in questi anni. È la prova che, con azioni mirate e coordinate, è possibile migliorare concretamente la qualità dell’aria, a beneficio della salute dei cittadini e dell’ambiente».l
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