Pistoia, in San Paolo l’addio a Fernando Capecchi. La sua celebre frase sull'intrattenimento
Il funerale del celebre impresario dello spettacolo sarà celebrato lunedì 2 dicembre alle 10
PISTOIA. Lunedì 2 alle 10, nella chiesa di San Paolo, l’addio a Fernando Capecchi, che ci ha lasciati venerdì all’età di 80 anni. Una figura chiave nel mondo dello spettacolo nazionale, che ha lanciato tanti attori, cantanti e showman.
Su tutti, il gruppo dei giovani di belle speranze di quella trasmissione cult che è stata negli anni ’90 “Vernice fresca”, con i vari Giorgio Panariello, Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini, Niki Giustini (scomparso prematuramente), Cristiano Militello, Gaetano Gennai. Ma non solo: Capecchi è stato lo scopritore di cantanti come Eros Ramazzotti e Paolo Vallesi. E di altri talenti, anche inimmaginabili. Con una battuta rimasta nella storia, era solito raccontare: «Ho lanciato Fiorello, Fiordaliso e Rocco. Non ha un nome di fiore ma ha un bel gambo...». E poi Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, che, come racconta lo stesso Capecchi con Enrico Salvadori nel libro “Saluti tutti”, per partecipare al Festival di Castrocaro disse di avere 25 anni, il limite consentito...».
Nel 1974, Capecchi decise di lasciare l’attività di vivaista, così comune nel suo paese della piana pistoiese, Ramini, e di fondare la Vegastar. Aveva talento, determinazione, ed egli stesso un animo da artista. Di sicuro sapeva cos’è l’intrattenimento: «Se l’artista riesce a non fare addormentare gli anziani e a tenere a bada i bambini vuol dire che vale qualcosa».
Il funerale si celebrerà in San Paolo, la salma muoverà alle 9,50 dalle cappelle della Misericordia in via del Can Bianco, La famiglia chiede non fiori, ma offerte per la Dynamo camp.
«Il sindaco Alessandro Tomasi e l'amministrazione – dice il Comune in una nota – esprimono la propria vicinanza alla famiglia per la scomparsa di Fernando Capecchi. Dal suo ufficio di Ramini, Capecchi ha svolto un ruolo determinante nella scelta e nell'ascesa di quei personaggi che poi sono diventati beniamini del grande pubblico».