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Quarrata, la staccionata non tiene e cade nel Fermulla: 48enne in ospedale

Un tratto del Lungo Fermula
Un tratto del Lungo Fermula

La madre: «Pronti a far causa». Il Comune: «Verificheremo sul percorso»

30 agosto 2024
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QUARRATA. «Il Comune di Quarrata verificherà al più presto lo stato di conservazione di tutti i tratti della recinzione posti lungo la pista ciclabile del Lungo Fermulla, provvedendo alla rimozione di quelle parti che eventualmente dovessero risultare usurate dal tempo».

È questo quanto trapela, ufficiosamente, dal palazzo comunale dopo che un uomo di 48 anni è caduto nel letto del torrente dopo che la staccionata dove si era appoggiato ha improvvisamente ceduto. Il fatto è accaduto nel pomeriggio di mercoledì 28 agosto nel Lungo Fermulla Franco Ballerini, nel tratto che da via Vittorio Veneto si snoda fino alle poste. E proprio l'ufficio postale era il luogo dove l'uomo era diretto, come afferma la madre (che chiede di restare anonima) nel suo racconto: «Mio figlio, che ha 48 anni e che vive insieme a me, mi stava raggiungendo alle poste. Per far prima, ha deciso di percorrere il Lungo Fermulla, come fa abitualmente. A un certo punto, si è fermato per una telefonata. Senza neanche pensarci, gli è venuto d'istinto di appoggiarsi alla staccionata di legno. Un gesto di rilassamento che poteva però costargli la vita».

La struttura infatti, sollecitata dal peso, ha infatti ceduto all'improvviso. L'uomo, sicuramente sorpreso per quanto gli stava accadendo, non è riuscito a rimettersi in equilibrio restando sulla pista ciclabile ed è caduto nel letto del torrente che, in questo torrido mese d'agosto, si presenta peraltro in secca. Lo schianto al suolo da due-tre metri d'altezza è stato fortunatamente privo di gravi conseguenze per il malcapitato che tuttavia è stato ricoverato all'ospedale San Iacopo di Pistoia in codice giallo.

Per il suo recupero, fondamentale è stato tuttavia il suo sangue freddo e la presenza in loco di alcuni suoi amici di famiglia che, grazie alle loro professionalità, si sono alla fin fine dimostrati indispensabili per il suo recupero, come ci dice la madre: «Mio figlio mi ha avvertito dell'accaduto col suo telefono cellulare che, fortunatamente, è rimasto funzionante dopo la caduta. Io allora sono accorsa subito lungo il greto del torrente e, vedendo un capannello di gente ferma, ho capito dove fosse. Per buona sorte, in quel luogo era presente una mia amica operatrice socio sanitaria, che ha potuto verificare subito le condizioni fisiche di mio figlio.

Inoltre un nostro amico vigile del fuoco al comando di Prato era presente in zona e, dopo essersi precipitato sul letto del fiume, ha dato subito l'allarme anche ai vigili del fuoco che sono poi arrivati da Pistoia».

L'amarezza della signora è tuttavia per il lungo tempo d'attesa dell'ambulanza, che si è presentata dopo ben 50 minuti dalla prima chiamata, come lei stessa asserisce: «Il tempo per arrivare a soccorrere mio figlio è stato decisamente troppo lungo. Per fortuna le ferite da lui riportate non sono state gravi, tanto è vero che non è stato necessario il ricovero all'ospedale. Questo però non ci ha trattenuto dal rivolgerci a un avvocato, che sta verificando se ci sono gli estremi per una nostra azione legale, non fosse altro che per far sì che quello che è accaduto a mio figlio non capiti in futuro ad altre persone».

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