Pistoia

Il caso

Pistoia, prete vuole benedire i fucili da caccia: dopo le polemiche le scuse di don Alessio Biagioni

Pistoia, prete vuole benedire i fucili da caccia: dopo le polemiche le scuse di don Alessio Biagioni

Il parroco: «L'iniziativa in realtà voleva essere un momento di preghiera con cui incominciare una attività sportiva a cui sono affezionati molti parrocchiani e tante persone che frequentano il nostro territorio»

30 agosto 2023
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PISTOIA. Dopo la bufera le scuse. L’annuncio di don Alessio Biagioni di benedire le doppiette dei cacciatori in vista dell’apertura della stagione venatoria ha scatenato dure polemiche. «Sono rimasto stupito e molto dispiaciuto dalle reazioni – dice il parroco –  talvolta anche espresse con parole violente, suscitate dall'iniziativa della benedizione in occasione dell'inizio della stagione venatoria. Mi scuso se l'espressione di benedire i fucili possa essere stata tale da venire equivocata come una qualche "santificazione di uno strumento di morte" da parte della Chiesa. L'iniziativa in realtà voleva essere un momento di preghiera con cui incominciare una attività sportiva a cui sono affezionati molti parrocchiani e tante persone che frequentano il nostro territorio. Il fucile è non solo lo strumento usato maggiormente e con maggior attenzione dai cacciatori ma anche un mezzo comprensibilmente da usare con cura, prudenza e perizia. Mi è sembrato perciò - a torto a quanto pare - ovvio concentrare la benedizione su quello strumento per chiedere la protezione del Signore là dove la perizia e la prudenza umane non possono da sole garantire la sicurezza, non certo per una questione di superstizione o di "santificazione" di armi».

Don Alessio Biagioni prosegue: «Mi dispiace che la questione sia stata interpretata come una deviazione dalla cura del creato o peggio dal rispetto della vita umana che la Chiesa ha sempre difeso senza sconti. La caccia è uno sport radicato nel nostro territorio e comporta di per sé una cura e una attenzione concreta all'ambiente circostante. Inoltre è già ampiamente e minuziosamente regolata da normative regionali e nazionali per cui non mi soffermo su quanto riguarda la prudenza e l'attenzione che richiede questo sport. Mi scuso ancora per il turbamento che ha provocato questa iniziativa che ha comportato una visibilità che non era né prevista né richiesta».

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