Pistoia, la Croce rossa stritolata dal caro energia: «Costretti ad aumentare le tariffe»
Anche la Misericordia in grande difficoltà: “Se noi avessimo un regime fiscale agevolato, tutte le numerose realtà dell'associazionismo potrebbero respirare meglio e affrontare con maggior serenità le difficoltà del momento”
PISTOIA. La crisi che sta attanagliando il mondo dell'associazionismo si può sintetizzare in due numeri chiave: 50 e 2019.
È infatti del 50 per cento l'aumento medio del prezzo del gasolio che, da solo, sta mettendo in seria difficoltà tutta la galassia del volontariato pistoiese. Risale invece al 2019 l'ultima maggiorazione sulle tariffe riconosciuta dalla Regione alle associazioni per ciò che concerne i trasporti, siano essi di emergenza oppure no.
«Questi due fattori combinati insieme – sostiene Roberto Fratoni, segretario generale della Misericordia di Pistoia – stanno mettendo in seria difficoltà tutto il mondo del sociale. Il balzo in avanti dei prezzi dei carburanti non è certo colpa della regione, bensì della congiuntura internazionale. Ma gli adeguamenti delle tariffe sono un aspetto che la regione Toscana deve considerare prioritario, se non vuole acuire le problematiche del terzo settore».
Oltre all'adeguamento delle tariffe in virtù dei maggiori costi da sostenere in una contingenza internazionale peraltro drammatica, Roberto Fratoni chiede al legislatore anche un diverso regime fiscale «visto che l'Iva per le associazioni di volontariato è fissata al 22%, vale a dire alla stessa percentuale delle persone fisiche. Se noi avessimo un regime fiscale agevolato, tutte le numerose realtà dell'associazionismo potrebbero respirare meglio e affrontare con maggior serenità le difficoltà del momento».
Ancora più preoccupato per una situazione che con il passare dei giorni non dà segnali di miglioramento è Giorgio Taffini, presidente del comitato di Pistoia della Croce rossa italiana. «Non nascondo – dice con la voce decisa ma grave di preoccupazione – che per la nostra associazione le difficoltà sono ancora maggiori visto che, nel comune di Pistoia, alla Croce rossa non è riconosciuto il trasporto in emergenza, come invece in altre realtà della provincia come Quarrata e San Marcello. I nostri introiti provengono quindi dai servizi di trasporto non emergenziale in parte prescritti dai medici ma generalmente scelti dalla nostra utenza. Noi, per venir loro incontro, non abbiamo ritoccato i prezzi ma ormai siamo arrivati a una situazione a dir poco insostenibile. Non potremo tenere a lungo le tariffe al livello di 10 anni fa, dal momento che tutte le fonti di energia stanno registrando dei rialzi inauditi. La Regione, inoltre, non potendo tagliare per legge i servizi in emergenza perché metterebbe a rischio la vita dei cittadini, non ha difficoltà a ingegnarsi a limare il più possibile i contributi per quella parte di trasporto che esula dall'emergenza».
Alcune regioni, come ad esempio la Lombardia, già lo fanno. Ma Taffini si rifiuta di pensare che la Toscana, invece di correre in aiuto dell'associazionismo, equipari il suo modo di agire con quello di altre regioni in cui il sociale non ha alle spalle una tradizione e una considerazione forte come da noi.
«Il punto essenziale della questione – conclude Taffini – è quello che coloro che rischiano di non poter più accedere ai servizi perché nel frattempo i costi sono aumentati.
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