Ecm diventa americana, arriva Caterpillar

di Fabio Calamati
Ecm diventa americana, arriva Caterpillar

Il gigante Usa ha comprato l’azienda di Cantagrillo. Gli ex proprietari: era l’unico modo per poter crescere all’estero

05 gennaio 2018
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PISTOIA. È forse il pezzo più pregiato del distretto industriale pistoiese che ruota attorno al mondo ferroviario. E, come successo due anni fa per AnsaldoBreda con i giapponesi di Hitachi, anche l’Ecm di Cantagrillo ha cambiato bandiera: dal 2 gennaio scorso l’azienda di segnalamento e sicurezza ferroviaria è di proprietà della multinazionale americana Caterpillar, che la controllerà tramite la società del gruppo che si occupa già di treni e segnalamento, Progress Rail.

Il segnalamento, detto per inciso, è l’etichetta che indica tutti quei sistemi che consentono ai treni di comunicare con chi ne governa il traffico e di viaggiare con la massima sicurezza possibile: un settore, insomma, di altissimo livello tecnologico, che richiede grandi e continui investimenti in ricerca e sviluppo.

Le firme finali sono arrivate a Milano all’inizio dell’anno, a coronare una trattativa che era in piedi dal 2016. E che è stata seguita fin dall’inizio dal commercialista pistoiese Andrea Bonechi, dello studio Michelotti, Bonechi e associati, referente di un team di professionisti che hanno acvuto il loro bel daffare per dipanare i mille aspetti tecnici di una trattativa così complessa.

Gli ormai ex proprietari Mario e Roberto Cappellini hanno ceduto il 100 per cento del capitale dell’azienda a Progress Rail, in cambio di una cifra che non è stata resa nota e di precisi impegni da parte degli americani: mantenere il sito produttivo di Cantagrillo, anche dal punto di vista della ricerca, e anzi, potenziarlo ulteriormente.

Ai fratelli Cappellini, che avevano ereditato l’azienda dal padre Giulio (che l’aveva creata quasi sessant’anni fa), è costato molto separarsi dalla società di famiglia. Ma ormai «il motore era stanco di girare sempre in Italia – ha sintetizzato ieri Roberto Cappellini – bisognava portarlo all’estero, ma per far questo occorre una presenza stabile che da soli avremmo impiegato troppo tempo a creare».

Fuori di metafora, la scelta di vendere a Caterpillar è stata presentata ieri dagli ex proprietari come una via obbligata per garantire all’azienda un futuro solido, in un mercato del settore ormai dominato da multinazionali enormemente più grandi dell’Ecm, che conta “solo” 193 dipendenti (per fare un confronto, la Progress Rail è a quota 7.000 circa) ma ha chiuso il bilancio 2016 con una crescita del fatturato del 30% e utili a quota 14,5 milioni di euro.

Ecco la vera differenza tra Ecm e AnsaldoBreda: mentre il gruppo di via Ciliegiole è stato rilevato dai giapponesi di Hitachi dopo un quindicennio di bilanci in rosso, Ecm è un gioiello di efficenza. Non a caso – lo hanno rivelato gli stessi Cappellini – diversi sono stati i gruppi internazionali a bussare alla loro porta negli anni passati: soprattutto europei, ma anche aziende cinesi e Usa. Se la trattativa è partita con Caterpillar, è soprattutto perché la multinazionale americana ha dimostrato di puntare a far crescere l’azienda pistoiese e non a saccheggiarla degli “asset” pregiati, salvo poi lasciare a Cantagrillo solo un capannone.

E orea cosa succederà? I Cappellini rimarranno almeno un paio d’anni in azienda, che conserverà il nome Ecm. Ma il management è già cambiato: il presidente del cda si chiama Kim Hyung e viene da Progress Rail. Quest’ultima azienda ha un piccolo stabilimento alle porte di Firenze con una ventina di dipendenti: molti di questi, nei prossimi mesi, dovranno trasferirsi a Pistoia.

Ma i progetti dei nuovi proprietari – assicurano i bene informati – sono molto più ampi e già prevederebbero ampliamenti dello stabilimento di Cantagrillo. Se tutto andrà bene, in futuro – ma non ci sarebbero al momento delle date esplicite – i posti di lavoro dovrebbero anche aumentare.

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