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Il Pisa si perde nella confusione

di David Biuzzi
La zuccata vincente di Nasti
La zuccata vincente di Nasti

In casa del Cosenza cambia in corsa e si ritrova sotto nel finale del primo tempo. La reazione c’è ma troppa fantasia e troppi attaccanti favoriscono i padroni di casa

02 aprile 2023
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COSENZA. Chiariamolo subito: la sconfitta è immeritata, ingiusta. Il campo del San Vito-Marulla racconta una storia diversa, con Micai che non caso è tra i migliori dei suoi e Martino che all’ultimo secondo salva su Moreo.

Detto questo, però, sembra quasi di aver viaggiato (indietro) sulla macchina del tempo. Fino allo scorso 11 marzo, per l'esattezza, quando il Pisa cadde in trasferta (a Modena) dopo 188 giorni di viaggi fruttuosi. Stavolta come allora, infatti, i nerazzurri finiscono per farsi male da soli, o quasi. Certo il gol-partita (firmato Nasti) stavolta arriva a fine primo tempo e non avvio, ma anche in Calabria è la frenesia a fregare il Pisa. Perché fare il monte degli attaccanti là davanti non equivale a segnare, perché alcune scelte non pagano e perché molti singoli finiscono per voler cercare di risolvere la partita da soli, mandando alle ortiche tanto manovra che piano tattico e, di fatto, finendo per agevolare quello degli avversari.

Troppa voglia, insomma, anche stavolta diventa confusione. Nonostante l’avvio non sia affatto male. Le novità di D’Angelo sono Hermannsson in difesa, De Vitis e Mastinu in mezzo, Sibilli davanti. È un 4-3-1-2, quello di partenza e l 6’ Moreo, da fuori, col destro scalda le mani di Micai che respinge in tuffo. Ben presto, però, il tecnico nerazzurro cambia. Ordina, cioè, il passaggio al 3-5-2 con Esteves che va a fare l’esterno destra, Marin quello di sinistra e Sibilli l’interno. Il Pisa continua ad avere un certo predominio, che non diventerà mai dominio, e al 19’ è Mastinu ad andare vicino al bersaglio grosso con un bel sinistro da fuori. La cose si complicano quando anche Viali interviene sullo scacchiere, passando dal 4-4-2 iniziale al 4-3-3 e i silani ci accorgono che i nerazzurri hanno una lato debole: il proprio fianco sinistro. Mari, infatti, in un ruolo non suo e da buon piede destro, fatica assai in tutti e due le fasi e il Cosenza cresce. La gara, ora, è più equilibrata e sempre più povera i contenuti tecnici. Servirebbe un colpo per sbloccarla e, purtroppo, lo trova il Cosenza. Succede al 43’, quando Marras mette dentro un morbido cross che scavalca Caracciolo (troppo stretto) e premia lo stacco di Nasti che “brucia” Moreo e incorna alle spalle di Nicolas. Al riposo, dunque, i locali sono avanti.

La sensazione è che il tempo e il modo di rimediare non manchino, anche perché sotto il profilo tecnico sono i nerazzurri ad avere qualcosa in più. Compreso, ora, Morutan, che rileva Esteves. Cpsì il Pisa torna al 4-3-1-2 ma il sistema diventa subito 3-3-4 in fase di possesso palla. I successivi ingressi di Torregrossa (per Sibilli) e Gargiulo (per De Vitis) non cambiano lo spartito. Che, ora, è decisamente favorevole ai padroni di casa. A loro basta arretrare e spingere le linee, il Pisa si ritrova con una squadra spezzata in due e tantissima difficoltà (proprio come a Modena, appunto) a recapitare la palla ai giocatori là davanti. In sostanza succede solo al 18’, quando Micai è due volte bravo prima a dire di no a Gliozzi, azionato da un cross di Moreo e un appoggio di Torregrossa, e subito dopo sullo stesso Moreo. L’ingresso di Matteo Tramoni per Marin (24’) acuisce ancora il problema. Anche perché i fantasisti (cioè lui e Morutan) diventano fin troppo solisti. Il terzetto difensivo tiene nonostante le prateria a disposizione per la ripartenza dei padroni di casa, ma il resto è buttare là palla davanti a sperare. L’esordio Zuelli (interessante il ragazzo) aggiusta un po’ il tiro, ma non abbastanza. Proprio all’ultimo secondo di recupero arriva un’altra palla buona, ma Martino anticipo Moreo a un passo da un 1-1 che sarebbe meritato. Ma che non arriva e ancora una volta la sensazione è che non arrivi più per demeriti propri che per meritati degli avversari (comunque arrivati al terzo squillo di fila).

Sensazione che rende il boccone decisamente più duro da mandare giù.


 

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