Animali domestici al Santa Chiara e a Cisanello: arriva il via libera – Cosa dice il regolamento
I pazienti ricoverati potranno far entrare i propri migliori amici: l’Azienda ospedaliero universitaria ha recepito le linee guida regionali
PISA. Anche nei padiglioni di Santa Chiara e Cisanello sarà possibile fare entrare – a specifiche condizioni – animali domestici per far visita ai proprietari ricoverati. L’Azienda ospedaliero universitaria ha infatti recepito con un apposito regolamento le linee guida che la Regione aveva adottato a marzo proprio per mantenere il rapporto tra i pazienti e i loro “animali d’affezione”.
Il regolamento
Un’espressione che, si legge nel regolamento dell’Aoup, ricomprende «tutti gli animali tenuti dall’uomo che vivono nelle famiglie dei pazienti per compagnia o affezione, senza fini produttivi o alimentari». Il rapporto con i ricoverati, si legge, «può essere importante poter incontrare i propri animali d’affezione per mantenere la relazione empatico-affettiva che genera emozioni positive e motivanti come riduzione dell’ansia, dello stress e della depressione, aumento del senso di conforto e sicurezza».
Le linee guida regionali (che hanno preso spunto da un’esperienza pilota portata avanti dall’Asl Toscana Sud Est) prevedono che alcune aree rimangano comunque precluse agli animali: parliamo dei reparti di pronto soccorso, neonatologia, aree ambulatoriali, dialisi, prelievo e ristoro, day hospital e sale operatorie.
Per il resto dei reparti sarà il paziente a dover presentare domanda per far accedere il proprio animale e potersi così godere la sua compagnia e il suo supporto. Come anticipato, ci sono diversi paletti. Innanzitutto sono ammessi soltanto animali domestici di media e piccola taglia, iscritti all’anagrafe degli animali d’affezione.
È necessario poi un certificato veterinario, non più vecchio di 30 giorni, che attesti la buona salute dell’animale, la registrazione in anagrafe, l’esecuzione di trattamenti per ecto ed endoparassitosi da non più di un mese e da non meno di tre giorni dall’accesso in ospedale.
Sarà il responsabile dell’unità operativa dell’ospedale ad autorizzare l’ingresso dell’animale, che dovrà avvenire in un giorno e un orario specificato. All’interno della struttura ospedaliera ci sarà un percorso da seguire fino alla saletta di uso comune dove si svolgerà la visita: non ci potranno essere più di un animale per volta.
C’è una eccezione
È, tuttavia, prevista un’eccezione: nella circostanza in cui il paziente non sia infatti capace di muoversi, l’animale potrà entrare nella camera di degenza, a patto che ci sia l’accordo degli altri pazienti eventualmente presenti nella stanza. Dal punto di vista pratico, il cane dovrà avere al seguito la museruola e sarà tenuto con un guinzaglio di lunghezza non superiore a un metro e mezzo.
Gli altri animali, invece, dovranno essere introdotti con un trasportino. L’animale dovrà essere poi coperto da una polizza assicurativa per eventuali danni che dovessero essere causati dalla sua presenza e dovrà rimanere sempre sotto la sorveglianza dell’accompagnatore. Non serve spiegare il motivo per cui rimangono esclusi dalla possibilità di entrare in ospedale i cani dichiarati “a rischio elevato di aggressività”.
