Pisa, il Caffè Siena festeggia 90 anni e spegne le candeline assieme ai clienti
Fondato il 1935 è giunto alla terza generazione
PISA. Novant’anni di storia attraversando una guerra mondiale, una delle più grandi alluvioni di sempre e una pandemia, ma soprattutto scanditi da una passione smisurata per il “bancone”, oltre che da un’attenzione meticolosa al cliente e alla qualità dei propri prodotti. È un compleanno più che speciale quello festeggiato dal Caffè Siena in via dei Banchi – tra Corso Italia e Ponte di Mezzo – fondato il 6 dicembre nel 1935 da Alessandro Siena e arrivato oggi alla terza generazione, coi nipoti Alessandro (stesso nome del nonno) e Andrea.
E non c’era modo migliore che condividere un traguardo del genere assieme ad amici e clienti storici, che ieri mattina hanno affettuosamente “invaso” la storica attività, assaggiando la torta preparata per l’occasione dalla famiglia Siena e dai propri dipendenti. Ad anno nuovo potrebbero arrivare novità sulla gestione, ma certamente non cambierà quello spirito autentico che in tutti questi anni ha fatto la fortuna del Caffè. «Festeggiare 90 anni è una grande soddisfazione – commenta Alessandro Siena – Ci siamo sempre impegnati per cercare di mantenere la nostra identità. Oggi molti locali divagano con prodotti diversi e perdono la propria strada, noi siamo sempre rimasti un bar tradizionale e i clienti alla lunga lo hanno apprezzato. Siamo anche fortunati, perché questo posto e questo quartiere è sempre frequentato e questo è molto importante. Abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze dei nostri clienti, senza fare grandi cambiamenti, e nonostante qualche difficoltà e la stanchezza per le tante ore dietro al bancone abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento positivo».
Una ricorrenza così prestigiosa non può che portare a riavvolgere il nastro di una storia visceralmente connessa alla città di Pisa. «Ad aprire l’attività nel 1935 fu nostro nonno Alessandro, si chiamava come me – riprende uno dei due titolari – Poi dopo subentrò nostro padre che ha traghettato l’attività fino al 1995, quando io e mio fratello Andrea abbiamo raccolto l’eredità. Io lavoro qui dentro da 43 anni e a fine anno andrò in pensione. Abbiamo fatto il possibile per non perdere mai un certo standard di qualità».
«Questo bar ha superato l’alluvione del 1966, prima ancora c’era stata la guerra fino ad arrivare alla pandemia – aggiunge Alessandro – Venire ad aprire la mattina senza poter fare entrare nessuno è stato triste e difficilmente ce lo dimenticheremo. Ma sono molti di più i ricordi belli: il lavoro che va bene, il Giugno Pisano, il Gioco del Ponte, le nostre iniziative con le tazzine dedicate alla città e alle sue tradizioni. E poi la passione per il Pisa naturalmente, che ci ha accompagnato ogni giorno in tutti questi anni». Pagine memorabili che ripagano di tutti i sacrifici.
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