Nuovo stadio a Pisa, c’è chi vede la meta. Il caso in Toscana che può fare da apripista
Alla base dell’accordo fra ente e club un adeguamento del diritto di superficie esteso fino a 90 anni
PISA. C’è un progetto in Toscana che può fare da apripista e soprattutto dare buoni consigli anche per la nuova Arena. È il caso di Arezzo, dove meno di un mese fa è stato presentato il progetto definitivo per la riqualificazione dello stadio comunale “Città di Arezzo” presentato dalla locale società di calcio. Sarà quello il primo stadio italiano sviluppato in coerenza con il quadro normativo della nuova Legge Stadi.
Le tappe seguite ad Arezzo ribadiscono che il passaggio decisivo sarà la predisposizione del progetto, che dovrà rispondere in pieno ai requisIti di legge e dovrà essere inattaccabile per non compromettere l’iter, evitando situazioni come l’annullamento della variante stadio da parte del Tar. Peraltro, i dialoghi tra Comune e Pisa Sc vanno avanti da tempo.
Conferenza servizi
Primo punto, la conferenza dei servizi preliminare. «Il progetto nasce all’interno di un confronto costante con l’amministrazione comunale e recepisce puntualmente gli esiti della conferenza dei servizi preliminare», scrive il Comune di Arezzo. Una condivisione dettagliata di cosa fare, come farla e di cosa non fare. «Questo approccio garantisce certezza procedurale, qualità progettuale e rapidità attuativa».
Nel dicembre 2024 la conferenza dei servizi preliminare, convocata dal sindaco e svolta alla presenza di numerosi rappresentanti degli uffici comunali, degli enti e dei gestori dei servizi di pubblica utilità, ha espresso parere favorevole al documento di fattibilità dell’Arezzo sulla riqualificazione dello stadio. «L’analisi della documentazione – sottolineava il Comune – ha consentito di esprimere alcune prescrizioni e raccomandazioni di cui la S.S. Arezzo dovrà tenere conto, insieme ai suoi tecnici incaricati, nella fase successiva, quella di progettazione vera e propria».
Pubblico interesse
Nello scorso gennaio il consiglio comunale di Arezzo, su proposta dell’assessore all’urbanistica, ha dichiarato di pubblico interesse, all’unanimità, il progetto di riqualificazione dello stadio. Da quel momento alla presentazione del progetto definitivo è trascorso quasi un anno. Alla base dell’accordo un adeguamento del diritto di superficie che il Comune, nei propositi, intende estendere fino a 90 anni. C’è poi, e non è secondaria, la parte esterna allo stadio da definire, l’aspetto dove più ha fatto leva il ricorso dei residenti di Porta a Lucca accolto dal Tar. Anche ad Arezzo, in effetti, «il progetto – scrive ancora il Comune – non si limita alla funzione sportiva: nasce uno spazio civico multidimensionale, dove spazi aperti, nuova piazza pubblica, percorsi ciclopedonali e servizi urbani si intrecciano con la vita quotidiana della città».
Su questo punto degli stadi dentro o fuori dai centri cittadini, proprio in occasione della presentazione del progetto di Arezzo, il presidente della Lega Pro, Matteo Marani, ha detto: «Apprezzo molto la scelta fatta qui, concreta e significativa, di confermare lo stadio dentro la città: lo stadio è identitario per eccellenza, per definizione è il ritrovo della città».
Prossimi passi
Ad Arezzo, a questo punto, devono convocare la conferenza dei servizi decisoria per l’ultimo via libera che ha valore autorizzativo totale.
Nei programmi il cantiere durerà circa cinque anni, sarà articolato in più fasi, garantendo la fruibilità dello stadio per l’intero periodo. L’inizio dei lavori è previsto per marzo 2026 e la conclusione nel 2030.
