Pisa, non solo piazza dei Miracoli: alla Chiesa della Spina fino a 14mila visitatori al mese – Numeri e strategie
Le visite in media sono superiori a quelle della Certosa e del Museo di San Matteo a in alcuni periodi si avvicinano a quelli del camminamento sulle mura. Il vicesindaco Bedini: «Diventerà l’amplificatore per l’intera offerta dei lungarni»
PISA. Numeri sorprendenti per la Chiesa della Spina. Fino a 14mila visitatori in un mese. E così sarà promossa a “cassa di risonanza” per le altre realtà museali dei lungarni, prima e vera sfida pisana per allargare sempre più i confini turistici della città oltre Piazza dei Miracoli. È quanto emerso dalle parole del vicesindaco Filippo Bedini, che ha le deleghe alla cultura e al patrimonio, nel corso di una seduta della terza commissione consiliare.
I numeri della Spina, facendo una media e una proiezione, sono superiori a quelli della Certosa, per non dire del Museo di San Matteo, e si avvicinano in certi periodi a quelli del camminamento sulle mura, secondo monumento cittadino dopo il complesso di piazza del Duomo.
L’area della Cittadella
Bedini ha fatto il punto sull’offerta di spazi comunali a fini culturali ed espositivi nella parte della città più a valle dell’Arno, ovvero, oltre alla Spina, gli Arsenali Repubblicani e il fortilizio della Torre Guelfa. Se gli Arsenali ormai hanno un loro ruolo ben definito e una conoscenza diffusa, il fortilizio registra numeri più bassi. Anche se «aver dato una destinazione d’uso come spazio espositivo e casa degli artisti pisani, acquistando attrezzature per un allestimento decoroso e agile, ha funzionato», ha detto Bedini.
Il salto di qualità è atteso però con il completamento dei lavori al parco della Cittadella, con area per spettacoli, area gioco, punto ristorazione, in modo che «la zona possa diventare l’altra porta, se non la principale, dei flussi turistici rispetto all’ingresso sui lungarni, anche per essere la più vicina a piazza del Duomo, al Museo delle navi e alla Cittadella Galileiana negli ex Vecchi Macelli».
I numeri
La Chiesa della Spina nel periodo invernale è aperta il sabato e la domenica. Da fine marzo con il Capodanno Pisano al ponte di Ognissanti l’apertura avviene dal giovedì alla domenica. Nello scorso aprile, con i ponti di Pasqua e del 25, i visitatori sono stati 14.500. A maggio quasi 12mila. A gennaio quasi 8mila. In occasione dell’allestimento del presepe sabato 4 gennaio, dunque in un solo giorno, 1.300. Le domeniche di febbraio sono stati raggiunti i mille visitatori.
Cifre che non sorprendono anche semplicemente guardando ogni giorno il passaggio di persone lungo via Crispi fino al ponte Solferino dove, spesso voltandosi casualmente, scoprono l’evidente particolarità della Spina. Quasi una tappa imprevista lungo il cammino verso la Torre. Un tragitto la cui frequentazione è decisamente aumentata con l’utilizzo del navigatore: soprattutto i flussi turistici autonomi per andare dalla Stazione Centrale alla Torre non imboccano Corso Italia, bensì girano in via Crispi, attraversano il ponte Solferino e percorrono via Roma essendo questo tragitto indicato sui cellulari da Google Maps come il più breve.
La strategia
«La Chiesa della Spina – ha ricordato Bedini – veniva aperta solo in concomitanza degli eventi, peraltro di varia natura. Attraverso l’affidamento esterno di un servizio di portierato e guardiania cerchiamo ora di tenerla aperta il più possibile, in particolare da aprile a inizio novembre. E i riscontri in termini numerici hanno sorpreso».
«Abbiamo anche stabilito – ha aggiunto – i criteri per accogliere proposte di chi vuole utilizzare la chiesa, che è ancora consacrata e dunque non è uno spazio come gli altri, ma necessita di un trattamento in linea con la sua natura. I progetti che può accogliere devono avere una connessione con la sacralità dello spazio o comunque, anche se non confessionali, devono essere contraddistinti da una ricerca spirituale attraverso l’arte».
Gli obiettivi
Da qui l’idea di sfruttare questa rinnovata attrattività dell’edificio di lungarno Gambacorti. «È quasi all’arrivo, insieme agli altri poli dei lungarni, l’intenzione di fare della Spina – ha rivelato – una sorta di amplificatore di ciò che esiste nel resto dei lungarni. Essendo una calamita di persone, si pensa di far trovare all’interno della Spina, ad esempio, un riferimento dedicato al Museo di San Matteo attraverso un pannello, un’installazione video o altro ancora».
«L’obiettivo – ha concluso Bedini – è far vedere alle tantissime persone che vi affluiscono che a qualche centinaio di metri esiste anche la bellezza e l’interesse artistico del Museo di San Matteo, che invece ha un problema di numeri e di visibilità, e che è raggiungibile facendo una passeggiata».
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