Pisa, omicidio Emanuele Scieri in caserma: confermate le pene per i due ex caporali
Le pene per Alessandro Panella e Luigi Zabara diventano definitiva, la Cassazione ha rigettato i ricorsi delle difese
PISA. Definitive le condanne dei due ex caporali della Folgore per omicidio volontario in concorso di Emanuele Scieri, il paracadutista di leva morto il 16 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa per un episodio di nonnismo e per un pestaggio da parte di alcuni commilitoni.
Il militare morì dopo essere caduto da una torre di asciugatura dei paracadute. La Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dalle difese, contro la sentenza d’appello che aveva ridotto le pene per Alessandro Panella da 26 a 22 anni di carcere, mentre per Luigi Zabara la pena è stata ridotta da 18 a 9 anni e 9 mesi.
La vicenda
Il caso Scieri era stato riaperto nel 2017 dalla Procura pisana arrivando alla sentenza di primo grado il 13 ottobre 2023. Secondo la ricostruzione della Procura l'allievo parà dovette sottostare ad atti di nonnismo da parte degli "anziani" presenti in caserma nonostante si trovassero formalmente in licenza. I due imputati, con un terzo commilitone (assolto con rito abbreviato in primo grado e poi in appello il 28 febbraio 2024), la sera del 13 agosto del 1999, dopo averlo fatto spogliare e dopo averlo picchiato, avrebbero obbligato Emanuele Scieri a salire sulla torre di asciugatura dei paracaduti e poi avrebbero fatto pressione con gli scarponi sulle nocche delle sue dita. Quindi la caduta a terra della recluta e la fuga dei caporali, che gli procurò la morte: da qui la contestazione di omicidio volontario, perché l'ipotesi di omicidio preterintenzionale si è prescritta nell'agosto 2017. Secondo le perizie, il giovane morì dopo qualche ora di agonia e un soccorso immediato avrebbe potuto salvarlo.
La madre: «Ora verità è definitiva»
«Sono emozionantissima, la verità alla fine è emersa e ora è definitiva'». Così all'Adnkronos Isabella Guarino, madre di Emanuele Scieri. «Dopo tanti anni di battaglie è stata scritta finalmente la parola giustizia- commentano i legali della famiglia, gli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo - Un ricordo speciale va al papà di Emanuele, che ha sempre combattuto affinché la verità venisse fuori'».