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Pisa, botte e minacce al barbiere: «Se apri il negozio ti tagliamo le mani»

di Sabrina Chiellini

	Un’immagine di una delle aggressioni presa da una telecamera di sorveglianza
Un’immagine di una delle aggressioni presa da una telecamera di sorveglianza

Giovane minacciato dagli ex datori di lavoro, quattro arresti

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PISA. «Se apri ti taglio le mani». Prima lo hanno minacciato per indurlo a cambiare i suoi progetti, per due volte lo hanno aggredito e infine lo hanno rapinato. Tutto questo per non fargli aprire un’attività di barbiere nel centro di Pisa, in una zona vicina al negozio dove il giovane ha imparato a fare il barbiere. È quanto avrebbe dovuto sopportare un tunisino, residente in città, dopo aver lasciato il lavoro da dipendente, intenzionato a mettersi in proprio. Ieri quattro connazionali, di età compresa tra i 23 e i 34 anni, sono stati arrestati dalla Squadra Mobile e condotti nel carcere Don Bosco, in esecuzione di altrettanti provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pisa, su richiesta della procura.

I reati contestati

I reati contestati ai quattro, due dei quali sono fratelli e vivono da tempo nella città della Torre, sono tentata estorsione aggravata, rapina, lesioni personali, percosse e danneggiamento. La vicenda, ricostruita dagli investigatori, ha preso il via poco più di due settimane fa, quando il giovane si è presentato in questura per denunciare due aggressioni subite da parte dei quattro connazionali, avvenute nella zona di via Benedetto Croce, la prima all’inizio di giugno. Secondo quanto riferito, il giovane sarebbe stato aggredito con calci, pugni e persino colpito con una bottiglia di vetro. Spedizioni punitive con un obiettivo preciso: impedirgli di aprire l’attività di barbiere nel centro della città.

Atti intimidatori

Dietro la violenta intimidazione, secondo quanto appurato dalle indagini, si nasconderebbe una storia di rivalità professionale. Ma non si può escludere che ci sia altro. La vittima ha lavorato come barbiere per due delle persone ora arrestate. Dopo che ha deciso di mettersi in proprio e lo ha comunicato all’ex datore di lavoro il clima è diventato esplosivo. Dalle minacce (”Se apri, ti taglio le mani”, “Devi andare via da questa città”) si è presto passati ai fatti. Con le percosse e gli atti vandalici contro il nuovo negozio.

Vandalismi

La nuova attività, ancora in fase di apertura, è stata più volte bersaglio di atti vandalici, tanto da indurre il titolare a dormire all’interno del locale per difenderlo. In un paradossale effetto collaterale, le vetrine di un negozio adiacente – completamente estraneo alla vicenda – sono state più volte danneggiate per errore, stando a quanto è stato spiegato dalla polizia.

Rapina del telefono

I quattro avrebbero anche rapinato la vittima del telefono cellulare per accedere ai contatti dei suoi familiari e allargare il raggio dell’intimidazione. Fondamentali, per gli inquirenti, da quanto si è appreso, sono stati l’analisi dei filmati del sistema di videosorveglianza civico, i messaggi presenti sul telefono della vittima, le testimonianze oculari e una dettagliata mappatura dei rapporti tra i protagonisti. Tutti elementi che hanno convinto la procura – la vicenda è seguita dal sostituto procuratore Egidio Celano – a chiedere misure restrittive immediate.

L’operazione è stata eseguita con il supporto della polizia scientifica e delle unità cinofile antidroga giunte da Firenze.

Soldi sequestrati

Nel corso delle perquisizioni domiciliari è stata sequestrata anche una somma di circa 12. 000 euro, la cui provenienza è ora al vaglio degli investigatori.

Quattro arresti

Alle prime ore dell’alba di ieri, i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Pisa hanno eseguito le quattro custodie cautelari in carcere e una misura cautelare del divieto di dimora in Pisa nei confronti degli indagati che hanno ruoli diversi nella vicenda, ricostruita compiutamente dalla polizia.

I primi a minacciare il giovane tunisino sarebbero stati i due fratelli, già suoi datori di lavoro. Minacce e violenze poi messe in atto anche con il concorso dei familiari dei fratelli. Le minacce sono state di questo tenore: “se vuoi andare da solo, devi uscire da questa città”; “se vuoi aprire un locale lo devi fare in un’altra città”; “se lo apri ti taglio le mani”. I danneggiamenti sono continuati per settimane, causando nel giovane e nei familiari una situazione di grave difficoltà. Fino a quando non ha deciso di rivolgersi alla polizia e denunciare l’incubo che stava vivendo.

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