Pisa, perché al pronto soccorso di Cisanello è scoppiato il caos: ambulanze in coda e lunghe attese, ma c'è una spiegazione
L’Aoup fornisce i numeri del reparto durante il fine settimana lungo del 2 giugno. Le ambulanze in coda e le attese sono in gran parte dovute agli accessi impropri
PISA. Ambulanze in coda, pazienti in attesa, disagi e polemiche: il pronto soccorso torna al centro dell’attenzione generale. Il tutto a causa dei 490 accessi al reparto nel week-end lungo del 2 giugno 2025. Numeri – forniti dall’Aoup su richiesta del Tirreno – in netto aumento rispetto alla media di tutti i giorni. Se, infatti, le persone che quotidianamente si rivolgono all’emergenza-urgenza sono di regola 138, gli scorsi 31 maggio, 1 e 2 giugno a Cisanello si sono presentate in media 163 pazienti. Vale a dire un incremento del 18% per ognuno dei 3 giorni. I dati, però, raccontano anche altro: a causare le code e i disagi non è stato solo lo stress a cui sono stati sottoposti medici e infermieri, ma il fatto che solo 38 pazienti erano urgenze propriamente dette, vale a dire i codici “1” (rossi) e “2” (gialli).
Cosa è successo
A Pisa, insomma, nell’ultimo fine settimana non c’è stata un’improvvisa impennata di malattie, ma tante persone si sono rivolte al pronto soccorso mentre si sarebbero potute rivolgere ad altre strutture. Dei 490 accessi, ben 428 avevano una priorità minore, ossia “3” (verde) e “4” (azzurro) e 24 un codice “5” (bianchi). Vale a dire pazienti con, nell’ordine, una condizione stabile senza rischio evolutivo con sofferenza e ricaduta sullo stato generale; una condizione stabile senza rischio evolutivo; e nell’ultimo caso una condizione stabile non urgente o minima rilevanza clinica. Una situazione che gli ha portati, giustamente, ad essere visitati dopo le urgenze: vale a dire i nove codici “1” (rossi), che vengono assistiti immediatamente perché presentano assenza o rapido deterioramento di una o più funzioni vitali, e i 29 codici “2” (gialli) che presentano una condizione stabile con rischio evolutivo fino alla compromissione delle funzioni vitali. «Va sottolineato – precisa la Asl – che, sotto il profilo della sicurezza, tutti i pazienti presi in carico sono stati costantemente monitorati dal personale sanitario medico-infermieristico e di supporto, con rivalutazioni a intervalli regolari».
Il caos
Insomma i numeri dimostrano come il caos dei weekend nel pronto soccorso sia causato in gran parte dagli accessi impropri. Vale a dire dagli stessi pazienti che si rivolgono a Cisanello tanto a causa della scarsa informazione o della forma mentis, quanto alle carenze della sanità territoriale, come la guardia medica. Per superare questa situazione occorre dunque una precisa posizione e azione politica. Da parte della maggioranza, ma anche dell’opposizione. Martedì 3 giugno, quest’ultima, ha polemizzato per quanto accaduto nel fine settimana: «È evidente che la struttura non è organizzata per affrontare l’afflusso estivo – scrive il consigliere regionale di FdI Diego Petrucci –. Ed è proprio per questo che avevo scritto al nuovo direttore generale dell’Aoup, Katia Belvedere proponendo, tra l’altro, il recupero di 20-30 posti letto interni e l’attivazione dei locali antistanti al pronto soccorso dell’area di biocontenimento, uno spazio nuovo, già attrezzato, che dispone di posti letto e che non è mai stato utilizzato». Una soluzione forse utile in inverno, con l’ondata influenzale, ma in questo fine settimana a Cisanello il problema non erano i posti letto, ma le troppe persone che chiedevano aiuto anche per casi non propriamente da pronto soccorso.