Pisa, Corrado e l’Arena Garibaldi del futuro: «Knaster vuole acquistarla...»
Il presidente del club fresco di promozione in Serie A: «Così vogliamo sviluppare il brand per rafforzare la società»
PISA. «Ci muoviamo come sempre. La società pensa continuamente al futuro, non solo da oggi». A margine della premiazione del Pisa Sc nella Sala delle Baleari per la promozione in serie A, il presidente Giuseppe Corrado parla a tutto campo. Strategie, stadio, Inzaghi, squadra e mercato. Si parte dallo stadio: anche ieri (12 maggio) uffici comunali al lavoro, perché tra pochi giorni dovrebbero iniziare gli interventi obbligatori per giocare la serie A. Il grande restyling dell’Arena, da attuare successivamente, resta però un punto fermo nelle intenzione della società.
Presidente, partiamo proprio da qui…
«I lavori per il restyling propedeutico alla serie A sono imminenti. Nel giro di due o tre mesi, invece, penso che chiuderemo l’operazione con il Comune per la ristrutturazione dello stadio».
Userete la Legge Stadi? Siete più propensi alla concessione pluriennale o all’acquisto?
«Sì, utilizzeremo la Legge Stadi. Oggi siamo più favorevoli all’acquisto. Le alternative sono comunque valide. Ma il mio partner Alexander Knaster è più per la soluzione dell’acquisizione».
I lavori si svolgeranno mentre lo stadio sarà comunque utilizzato per le partite…
«La tecnica è quella che sta usando la Fiorentina e che ha usato l’Atalanta: il Pisa giocherà sempre all’Arena. Per qualche mese ci dovranno essere un po’ di sacrifici, ma noi abbiamo deciso di non andare a giocare altrove. Questo ci costerà qualcosa anche a livello di incassi».
A restyling concluso, l’Arena potrà ospitare anche eventi extra-calcio?
«Ora all’Arena non è possibile ospitare eventi importanti oltre le partite, ma si potrà fare una volta che lo stadio sarà stato ristrutturato. Uno degli asset delle aziende-calcio nel mondo è lo stadio. Siamo andati qualche tempo fa a Francoforte. Lì ogni settimana c’è un evento. Oggi il 15% degli introiti per una società arriva dai botteghini, l’85% da tutto il resto. Anni fa il calcio dipendeva dalla squadra. La capacità di generare valore oggi arriva invece dallo sfruttamento aziendale del brand. Pisa non è una città metropolitana, ma ha grandi eccellenze. Stiamo lavorando per crescere ancora. Più forte sarà l’azienda, più forte sarà la squadra. Il principio della solidità finanziaria di un azionista è importante nella fase di decollo. Il viaggio però lo devi fare con il carburante che hai a disposizione. In tre anni abbiamo triplicato gli incassi pubblicitari, ma siamo limitati a quei Led che abbiamo a disposizione».
Lei, da manager, ripete spesso il concetto di brand…
«Non è più il calcio degli anni Novanta. Sotto questo aspetto, ad esempio, è importante che il maestro Andrea Bocelli abbia scritto e composto il nostro nuovo inno. Nessuna società, in A e in B, ha una collaborazione con una star conosciuta in tutto il mondo come Bocelli. A noi sono arrivati circa 40 milioni di contatti sui social dopo che ha cantato all’Arena per la festa promozione. Una collaborazione che dà il massimo dell’internazionalità a un progetto come il nostro. Si lavora sul brand».
Sta già misurando l’effetto serie A a livello di immagine, ma anche di interessi oltre il campo di calcio?
«Abbiamo conquistato la serie A da poco più di una settimana e arrivano richieste da aziende nazionali e internazionali per comprare posti all’Arena da offrire ai clienti delle loro società. Perché la serie A è un palcoscenico enorme. All’Arena verranno Inter, Milan, Juventus, Roma, Lazio. Tutte società che hanno clienti che comprano spazi in ogni stadio».
C’è inoltre da considerare l’aspetto sportivo: la serie A è stata conquistata e a questo dovrà seguire un piano di consolidamento…
«Monitoriamo costantemente giocatori e abbiamo chiaro quello che ci serve per presentarci in serie A nel miglior modo possibile. Una società che vuole crescere non può prendersi delle pause. Già da gennaio e febbraio lavoriamo nell’ottica di quello che sarà non tra un anno, ma tra 24 mesi. Ci sono giocatori che sono in scadenza sui quali conviene muoversi in anticipo. Dobbiamo lavorare per massimizzare i risultati e limitare i costi dei cartellini. Oggi però è prematuro dire quello che faremo sul mercato e sarebbe anche irrispettoso per chi ha vinto».
Vi siete già confrontati con Filippo Inzaghi per individuare le mosse future?
«Inzaghi ha il contratto. Però credo ci sarà tempo di parlare del prossimo campionato. È un po’ un limite in generale nel mondo del calcio il fatto di pensare subito a cosa sarà. State tranquilli che al futuro ci stiamo già pensando. Ma è bello anche godersi questo momento».
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