Marina di Pisa, tratti di scogliere da ricostruire per difendere gli stabilimenti balneari: i dettagli del progetto
Affidati altri lavori per far fronte alle forti mareggiate. L’intervento è previsto sulle dighe emerse nella parte compresa tra il Bagno Arcobaleno e il Bagno Marta
MARINA DI PISA. Mentre si apre la stagione balneare arrivano anche i lavori di sistemazione di parte delle scogliere contro l’erosione e a difesa degli stabilimenti. Dei giorni scorsi l’approvazione del progetto esecutivo per la manutenzione delle scogliere emerse nel tratto compreso tra il Bagno Arcobaleno e il Bagno Marta a Marina di Pisa da parte della Direzione comunale Infrastrutture stradali e fluviali, con affidamento dell’intervento all’impresa Vanni Pierino Srl per un importo di 172.510,05 euro iva inclusa. L’opera è nel complesso finanziata per 107.500 euro con contributo regionale e per altri 107.500 euro con proventi derivanti da alienazioni.
In particolare, l’area di intervento è sulle scogliere immediatamente a nord della cosiddetta “cella Milano”, davanti agli stabilimenti balneari (da sud verso nord) Marta, Il Gabbiano, Gioiello e Arcobaleno. «Si prevede – si legge nelle relazioni tecniche allegate all’atto comunale – una semplice risagomatura del profilo originale delle scogliere, ormai erose dall’azione insistente del mare». E proprio per far fronte alle forti mareggiate che caratterizzano il litorale di Marina di Pisa «si prevede l’utilizzo di soli massi di terza categoria (peso compreso tra 3 e 7 tonnellate) aventi origine calcarea». Soprattutto i lavori consisteranno nel ripristino della scogliera a sud della radice del pennello (barriera di massi perpendicolare alla riva) «che a oggi – si legge ancora – presenta gravi carenze strutturali». Sono poi previsti piccoli interventi anche sulla parte nord della stessa scogliera e sulla scogliera sud, di dimensioni più contenute.
A proposito della diga sud, si specifica che «tra le due scogliere oggetto di intervento, quindi nel varco di ingresso/uscita dalla cella, è stata rilevata, grazie anche alla segnalazione da parte dei responsabili degli stabilimenti balneari presenti, la presenza di un’ostruzione dovuta al crollo parziale delle estremità delle due scogliere. I massi presenti causano un’ostruzione puntuale del varco che di fatto impedisce il passaggio del patino utilizzato dai bagnini, provocando un notevole rischio per la sicurezza dei bagnanti».
Invece la scogliera a nord, di grande lunghezza, «è divisa in due estremità da un pennello ormai sepolto dai sedimenti da tempo. La parte a nord delle due – prosegue la relazione tecnica – si presenta in ottime condizioni manutentive, eccezion fatta per una piccola “buca” posizionata nelle vicinanze della testa della scogliera. L’estremità a sud, invece, è quella che presenta le maggiori criticità in senso assoluto: la scogliera, infatti, ha quota di coronamento raramente superiore al metro e persino la larghezza risulta molto ridotta e frastagliata».
La realizzazione di queste opere è stata programmata direttamente da mare, «con un mezzo marittimo adeguato (pontone), al fine di evitare pericolose e problematiche interferenze con le attività balneari circostanti».
È stimata la fornitura e la movimentazione di un quantitativo di materiale intorno alle 1.550 tonnellate.
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