Pisa in Serie A, la verità del vice di Pippo Inzaghi: «Ispirati dal Bayer Leverkusen»
Maurizio D’Angelo racconta com’è nato il sogno promozione: «Abbiamo visto tanti video della squadra tedesca, è stata il nostro modello»
PISA. Tra una festa e l'altra, e in attesa di chiudere il campionato martedì sera con la Cremonese, nel Pisa c'è spazio per chi si è visto meno sotto i riflettori ma che ha lavorato sodo come tutti quanti.
Non solo i calciatori ma anche lo staff di Filippo Inzaghi. Non a caso, a Bari, SuperPippo ha portato tutta la sua squadra di collaboratori in conferenza stampa. A causa della squalifica del tecnico nerazzurro venerdì scorso – 9 maggio – nella gara pareggiata per 3-3 contro il SudTirol è andato in panchina il suo storico vice Maurizio D'Angelo. Con cui aveva già condiviso le promozioni in B con il Venezia e in A con il Benevento. L'ex difensore del Chievo Verona ha analizzato la stagione. «Inzaghi intravedeva da tempo nel Pisa la squadra con cui poter fare un percorso importante – ha raccontato – da Bormio ci siamo posti l'obiettivo di entrare per forza nei playoff. Il primo step era questo. Durante il campionato abbiamo capito che potevamo già alzare l'asticella. La vittoria a Genova con la Sampdoria a fine anno è stata importante ma lo abbiamo capito anche attraverso le sconfitte. Come quelle con Sassuolo e Spezia. Avevamo perso contro due squadre forti ma giocando due grandi partite. Abbiamo capito che potevamo stare in alto e ci ha dato la consapevolezza che potevamo farcela».
Per D'Angelo questo è il nono anno di lavoro assieme a Inzaghi. «Questo successo ripaga tutti i sacrifici che Inzaghi ci chiede. Il nostro allenatore è molto esigente ma ci spinge tutti a dare qualcosa in più da poter analizzare, sperimentare e conoscere. Questo ci spinge a migliorare individualmente tutti quanti. Ho visto una grande crescita da parte di tutti nel corso di questi nove anni».
Uno dei segreti della squadra è stata la grande pressione. «Il nostro modello è il Bayer Leverkusen. Inzaghi si sentiva realizzato attraverso la pressione alta agli avversari. Abbiamo visto tanti video della squadra tedesca. Lui ama questo tipo di gioco fatto di pressione e ripartenze e meno il fraseggio. Il primo segreto di questa promozione è stato il gruppo. I ragazzi che hanno giocato meno fanno parte di questo gruppo perché fanno allenare a mille anche chi ha avuto più spazio. Questo spazio se lo sono meritati. Altre squadre potevano avere qualche qualità in più ma nessuno aveva il nostro gruppo».
D'Angelo guarda anche al futuro e alla prossima Serie A: «Noi dobbiamo capire che in Serie A ci sono due campionati. Quello con le cinque o sei squadre che lotteranno per mantenere la categoria e poi c'è il campionato delle altre che guardano più in alto per qualità ed esperienza. Sappiamo ovviamente di quelle cinque sei squadre dobbiamo fare in modo di mettercene dietro tre per ottenere la salvezza. Sappiamo che la Serie A è difficile, la conosciamo. Dobbiamo andare ancora oltre a quello che abbiamo fatto quest'anno. Dobbiamo aumentare ancora di più le prestazioni. La società valuterà come attrezzarci per affrontare questo campionato».