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Pisa, addio a Said: la vita in strada, la cultura e il segreto tenuto alla famiglia fino all'ultimo

di Francesco Paletti
Pisa, addio a Said: la vita in strada, la cultura e il segreto tenuto alla famiglia fino all'ultimo

I loggiati della Coop di Porta a Lucca erano diventati il suo luogo di vita, era un uomo di ottimi studi e grande simpatia e gentilezza

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PISA. Said non sorride più. Almeno non davanti alla Coop di Porta a Lucca, i cui loggiati da qualche anno erano diventati il suo luogo di vita. E lì che lo hanno conosciuto tanti pisani, che da ieri lo piangono. Se n’è andato due giorni fa all’età di 66 anni, all’hospice di via Garibaldi, dove era stato ricoverato per un male incurabile, tra le braccia dei propri familiari a cui non aveva mai voluto raccontare di vivere in strada.

La notizia, però, si è diffusa in città solo nella giornata di ieri. In primo luogo nelle parole, affidate anche ai social, dell’associazione “Amici della Strada” che lo seguiva da tempo e lo ha ricordato così: «Ciao Said, hai vissuto la tua vita sempre con dignità e gentilezza. Grazie per tutte le volte che ci hai accolti nel tuo “salotto” parlando di tutto: dalla chimica alla geografia, dalla politica alla musica. Grazie per aver condiviso con noi sorrisi e cultura». Un pensiero tanto delicato quanto denso di verità. Perché Said, il clochard che dispensava sorrisi e una parola d’amicizia a chiunque entrasse trafelato nel supermercato di via di Gello, era colto e aveva studiato.

«Quando abitava a Piombino, frequentava il centro di assistenza della San Vincenzo de Paoli e della Caritas, era un mio amico, una persona colta, di ottimi studi alla Sorbona di Parigi» ha scritto sui social anche un signore che lo ha conosciuto negli anni in cui viveva in Val di Cornia dove aveva lavorato come metalmeccanico prima di essere costretto al ricovero per altri gravi problemi di salute. C’è chi dice che a Parigi si sia laureato in farmacia, chi che, invece, abbia frequentato per qualche anno ma senza riuscire a completare gli studi.

A Pisa è arrivato nel 2008 e per diciassette anni ha vissuto in strada, mangiando alle mense e lavandosi al servizio docce della Caritas che ieri gli ha dedicato un post. A ricordarlo in modo spontaneo, però, sono stati soprattutto centinaia di pisani, man mano che il tam tam si è diffuso in rete. «Sembrava felice e mi piace pensare che lo fosse davvero, a dispetto di chi non lo è nonostante tutto il necessario e il superfluo che si può permettere. Penso che la cosa più bella che ci possiamo augurare sia quella di lasciare un buon ricordo di noi e lui con me l’ha fatto: sono contenta e grata di averlo conosciuto», ha scritto ad esempio una signora. «Mi parlavi orgogliosamente della tua famiglia, persone che avevano studiato, come te del resto, e che hai cercato fino all’ultimo di preservare dal sapere che avevi fatto scelte di vita diverse», ha aggiunto un’altra.

La salma di Said, all’inizio della prossima settimana, sarà rimpatriata in Marocco. L’associazione “Amici della Strada”, insieme alla Caritas e alla parrocchia di Santo Stefano extra moenia, stanno organizzando un momento di ricordo che dovrebbe svolgersi tra domenica 12 e lunedì 13 gennaio.

 

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