Uno spiraglio per Fulgencio Esono: graziati quindici presunti golpisti
Speranze di uscire dal carcere anche per l’ingegnere pisano detenuto in Guinea Equatoriale
PISA. Uno spiraglio dopo sei anni di silenzi. O meglio, una speranza che nelle prossime settimane potrebbe dare una svolta al caso di Fulgencio Obiang Esono, il 54enne ingegnere pisano di origini equatoguineane, arrestato e condannato a quasi 60 anni di carcere dal regime della Guinea Equatoriale con l’accusa di aver partecipato all’organizzazione di un presunto colpo di Stato contro il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo.
Una flebile luce, accesa all’inizio di settembre dalla decisione del dittatore, che detiene il potere dal 1979, di concedere la grazia a quindici presunti mercenari ciadiani, condannati insieme all’ingegnere pisano nel maxiprocesso che nel 2019 ha portato alla condanna di oltre 110 persone (tutte accusate di aver organizzato o partecipato all’organizzazione di un presunto colpo di Stato: azione, mai accertata, che secondo l’accusa nel dicembre 2017 avrebbe dovuto rovesciare il potere di Obiang Nguema Mbasogo). Il gruppo di presunti golpisti è stato rimpatriato nel Paese di origine. A comunicarlo è stato lo stesso governo del Paese africano sottolineando «la costante disponibilità a rafforzare, sempre di più, l’eccellente legame di amicizia che la Guinea Equatoriale ha con gli altri Paesi amici». Lo stesso decreto di grazia presidenziale sarebbe stato esteso anche a Francisco Micha, amico spagnolo di Obiang Esono (entrambi fermati a Lomé, capitale del Togo, dove si erano recati per discutere di un’offerta di lavoro e poi trasferiti in un carcere della Guinea Equatoriale), anche se il provvedimento non è stato ancora confermato.
Una decisione, quella del regime, che alimenta le speranze di Obiang Esono di uscire dal carcere di Mongomo, una prigione ricavata in un hangar dell’ex aeroporto della cittadina della Guinea Equatoriale, dove l’ingegnere pisano si trova in regime di isolamento. Respinta, per il momento, la richiesta di un contatto telefonico con i parenti residenti a Pisa. Negata anche la possibilità di corrispondenza epistolare in uscita. Accordata, invece, una seconda visita consolare in carcere con un diplomatico dell’ambasciata italiana in Camerun, competente anche per la Guinea Equatoriale. Il rappresentante dell’ambasciata italiana dovrebbe far visita all’ingegnere pisano entro il prossimo ottobre, dopo quella che si è svolta nei mesi scorsi quando un diplomatico ha potuto incontrare – sotto la stretta sorveglianza della polizia e di esponenti del governo dittatoriale – Obiang Esono.
«Fulgencio è vivo e, almeno apparentemente, è anche in buone condizioni fisiche», la sintesi del “rapporto” del diplomatico. Un passaggio ritenuto fondamentale, quella della visita consolare, perché dopo anni di richieste da parte dell’Italia e delle pressioni della rete delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, le autorità equatoguineane hanno permesso l’incontro in carcere e fatto consegnare all’ingegnere pisano una lettera scritta dai familiari.
La grazia concessa recentemente ai quindici presunti golpisti originari del Ciad alimenta adesso anche le speranze di una possibile scarcerazione.