La decisione
Pisa, morto Fabio Gismondi: ispirò il film “ribelle” firmato Roan Johnson
Antiquario e fotografo pisano aveva 72 anni. Il ricordo del regista: «Che onore e goduria è stato conoscerti»
PISA. È morto a 72 anni Fabio Gismondi, uno dei protagonisti che hanno ispirato il film “I primi della lista”, diretto dal regista pisano Roan Johnson. Una morte che ha lasciato senza parole i tanti amici. Solo in pochi sapevano delle sue precarie condizioni di salute, ma niente faceva presagire ad una fine così imminente.
A ricordare Gismondi, antiquario e fotografo pisano, con alle spalle una breve militanza nei movimenti studenteschi legati al’68, è stato lo stesso Roan Johnson con un messaggio sui social. «Caro Fabio – scrive il regista – che onore e goduria è stato conoscerti. Dalla prima volta al mercatino, quando venni insieme a Marco Guelfi e ci dicesti: “Fate come ti pare, basta che non mi fai mai vede’ e mi cambi ir nome...”. E poi siamo diventati sempre più amici quando ti rompevo insieme a Renzo Lulli di raccontare ancora e ancora, e poi ai festival, nelle presentazioni, nei tuoi battibecchi esilaranti con Pino Masi. I tuoi racconti, aneddoti, le tue foto. Mi scuso solo di averti fatto interpretare da Paolo Pollo Cioni. Purtroppo Brad Pitt era occupato. E rimpiango solo di averti visto troppo poco negli ultimi tempi. Era sempre un piacere incontrarti».
Il film diretto da Johnson narra una storia realmente accaduta negli anni Settanta a tre giovani pisani afferenti alla cosiddetta sinistra extraparlamentare: Pino Masi, Renzo Lulli e Fabio Gismondi. Il cantante e militante Pino Masi crede imminente un colpo di Stato militare di matrice neofascista, così come era accaduto in Grecia, per una presunta “soffiata” che ha ricevuto da Roma. Temendo di poter essere annoverato tra i principali nemici del nuovo regime e di essere in una lista di epurazione (i primi della lista, da cui è ispirato il titolo del film) , decide di scappare all’estero insieme a due suoi giovani amici e compagni di idee, Lulli e Gismondi, all’epoca studenti in attesa di prepararsi all’esame di maturità e ospitati a casa sua per un provino con la chitarra. Una rocambolesca fuga finita poi in Austria con la scoperta che il colpo di Stato non c’era mai stato, mette la parola finire a tutta la vicenda.
Figlio di due docenti di scuola superiore, il padre insegnava italiano, la madre scienze, Gismondi nella sua vita aveva viaggiato moltissimo, mentre la passione per la fotografia e per gli oggetti di antiquariato lo aveva portato negli anni a mettere su una attività in proprio, girando vari mercatini in tutta la Toscana. A Pisa era tornato a vivere stabilmente una quindicina di anni fa. «Fabio era una persona alternativa – racconta Ettore Masi, ex ristoratore pisano – . Ci siamo conosciuti da giovani. Lui era molto amico di mio fratello Pino. Non lo vedevo da diverso tempo, sapevo che non stava bene e purtroppo delle complicazioni hanno messo fine alla sua esistenza».