Il Tirreno

Pisa

L’intervista

L’assessora Monni e i fondi per salvare Marina: «Mancano tre milioni di euro e servono studi aggiuntivi»

L’assessora Monni e i fondi per salvare Marina: «Mancano tre milioni di euro e servono studi aggiuntivi»

Dopo le parole del presidente Giani, ecco i prossimi step e i lavori necessari per la sicurezza di tutta la costa

18 novembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Pisai Per mettere in sicurezza Marina di Pisa, e in particolare la cosiddetta “cella 4” ossia la porzione dell’abitato più vicina al porto, occorrono almeno altri tre milioni di euro. Che, al momento, non ci sono o quanto meno non sono ancora stati stanziati, anche se il governatore Giani, durante l’assemblea pubblica dei giorni scorsi, aveva assicurato che i fondi saranno sicuramente trovati. Sul punto, però, l’assessora regionale ad ambiente e protezione civile Monia Monni, in questi giorni in prima linea per sostenere le aree della Toscana più colpite dall’emergenza maltempo, chiarisce: «Per mettere in sicurezza la zona più critica di Marina di Pisa occorrono fra i cinque e i sei milioni di euro e attualmente ne abbiamo a disposizione 2,6, quelli dell’ordinanza dell’ottobre 2021, che finanzia anche lo studio del Dipartimento di ingegneria idraulica e marittima dell’Università di Firenze, guidato dal professor Cappietti».

È da lì che si riparte? Che cosa emerge dallo studio?

«In laboratorio sono state ricreate le dinamiche del mare e la sua azione sui fondali nel tratto di costa di fronte a Marina di Pisa, per la precisione da Boccadarno fino al Bagno Foresta. Ha confermato che le criticità maggiori provengono dalla cosiddetta “cella 4”, quella più vicina al porto, e dunque è su quest’ultima che si sono concentrati gli esperimenti sul modello fisico e sull’individuazione della configurazione ottimale per questa cella. Prima di scendere nello specifico della progettazione dettagliata degli interventi, però, saranno necessari degli studi aggiuntivi».

Perché?

«Come è noto, il problema in quel tratto di costa è costituito soprattutto dalle mareggiate. Quelle prese in considerazione dallo studio sono le maggiori verificatesi prima del mese di ottobre, dato a che a quella data le analisi erano già state completate. Il fatto, però, è che le mareggiate delle ultime settimane sono state molto più potenti di quelle prese in considerazione dallo studio. Dunque abbiamo ritenuto doveroso fare ulteriori approfondimenti».

Operativamente, dunque, quali sono le prossime tappe?

«Prima gli studi aggiuntivi e poi l’affidamento della progettazione a uno studio tecnico che terrà conto, comunque, del lavoro svolto dal gruppo di lavoro guidato dal professor Cappietti».

Altro capitolo: il masterplan per la messa in sicurezza di tutta la costa toscana, presentato un anno fa. Quali sono le altre priorità del territorio pisano oltre a Marina di Pisa?

«Intanto la proposta tecnica presentata nell’ottobre scorso è stata recentemente aggiornata, anche alla luce dell’incremento dei costi dei materiali, anche se le azioni prioritarie sono state tutte confermate».

Per Pisa quali sono?

«C’è il sistema difensivo del Gombo, davanti a San Rossore, che ha bisogno di essere ottimizzato e rafforzato. Discorso simile per quello compreso fra Marina di Pisa e Tirrenia: qui è necessario anche un intervento di riconfigurazione e riqualificazione».

Quando potranno essere realizzati questi interventi?

«Quando avremo le risorse necessarie. Le abbiamo richieste nell’ambito del Pnrr, ma allo stato attuale non ci sono state concesse».l

F.P.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Il caso

Uccisa in albergo a 53 anni, il marito confessa: «Volevamo farla finita insieme, io non ce l’ho fatta»