Il Tirreno

Pisa

Il lieto fine

Pisa, una “dolcissima” vittoria per Daniela: la pasticceria Frangioni non chiude

di Francesco Paletti
L’ingresso della storica pasticceria e accanto la titolare Daniela Salvini
L’ingresso della storica pasticceria e accanto la titolare Daniela Salvini

Fondo rilevato da un pisano “misterioso” che ha posto una sola condizione: mantenere l’attività

27 ottobre 2023
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PISA. “Frangioni” non chiude più. Almeno per i prossimi dodici anni resterà lì, al numero 61 di via San Francesco, dov’è dal 1978. Il lieto fine è arrivato a poco più di un giorno dall’arrivo dell’ufficiale giudiziario per l’esecuzione dello sfratto per finita locazione che avrebbe chiuso definitivamente i battenti alla storica pasticceria aperta 45 anni fa dal maestro Giancarlo Frangioni, uno dei più raffinati pasticceri della città (scomparso nel 2019) , e dalla moglie Daniela Salvini, che ne ha ereditato e continua a tramandare il prezioso ricettario.

A “salvarla” un acquirente misterioso: si sa solo che vive in città e che conosce la storia imprenditoriale e familiare di quella porta aperta su via San Francesco. Un paio di giorni fa ha rotto gli indugi e ha bussato alle porta dei proprietari intenzionati da tempo a vendere il fondo commerciale che ospita Frangioni: «Lo compro io, ma solo a patto che quella storica pasticceria non si muova di lì» deve aver detto. Sembra una favola o il più dolce degli epiloghi di un film. Invece è accaduto davvero.

«Sì, è andata proprio così, non posso dire di chi si tratta perché la persona che ha acquistato ha chiesto espressamente che il suo nome non fosse reso pubblico, ma è successo sul serio – conferma ancora incredula Daniela Salvini – e ora mi tocca cercarmi un nuovo pasticciere: quello che avevo, data l’imminenza del possibile sfratto se n’è andato, e da sola non credo proprio di riuscire a portare avanti tutto». La svolta mercoledì sera: «È stato sottoscritto il contratto di acquisto e, contestualmente, quello di locazione, della durata di sei anni rinnovabili per lo stesso periodo, fra la nuova proprietà e la titolare della pasticceria» conferma l’avvocato Claudio Lazzeri, sempre accanto a Daniela Salvini fin dall’inizio di una storia in cui il lieto fine, almeno fino a qualche giorno fa, non era affatto scontato. «Anzi, per domani (oggi ndr) , giorno in cui era previsto l’arrivo dell’ufficiale giudiziario, avevamo previsto anche una mobilitazione coinvolgendo i tantissimi nostri amici che sono stati vicini in questi mesi. Invece – ride finalmente Daniela –, mi sa che faremo una festa».

Beninteso, il benefattore misterioso, non ha solo salvato l’ultima storica pasticceria pisana, ma ha anche fatto un affare. Perché “Frangioni” è pure una storia imprenditoriale di successo. Basta solo scorrere il tam tam sui social di questi mesi per rendersene conto: «Frangioni è un’istituzione, una coccola per tutti i pisani, il cuore del quartiere: non deve chiudere» aveva scritto una signora. «Chiudere questa pasticceria è in delitto sociale» aveva aggiunto un altro. In quella porta affacciata su via San Francesco sono entrati generazioni di pisani, attirati dal profumo dei budini di riso, delle sfoglie e delle paste ma anche delle schiacciate di pasqua e delle torte co’bischeri. Sì, “Frangioni” è senz’altro anche una storia imprenditoriale. Ma se è, e continuerà ad essere, di successo, è soprattutto perché è una storia d’amore. Prima di tutto fra Giancarlo e Daniela, più forte delle convenzioni sociali dell’epoca e dell’usura del tempo. Un’amore che è diventato mestiere, famiglia, pasticceria e una porta e un profumo di buono per tutti.

Fra i più felici per il risultato il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli: «È una notizia straordinaria per l’intera città – ha detto – Ci siamo messi immediatamente a disposizione di Daniela per intercettare potenziali acquirenti e divulgare il suo messaggio. È davvero emozionante sapere che la Pasticceria Frangioni continuerà a svolgere la sua attività mantenendo salde le proprie radici nello storico locale di via San Francesco, che da quasi mezzo secolo rappresenta un patrimonio di Pisa, nonché un punto di riferimento per generazioni di pisani, studenti e visitatori che hanno avuto modo di apprezzare un locale dimostratosi negli anni uno straordinario presidio di socialità, punto di aggregazione e garanzia di qualità». 
 

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