Pisa, botte al figlio e niente scuola:; condannata per maltrattamenti
Decisiva la testimonianza della madre dell’imputata: «Sì è vero, picchiava il bimbo senza motivo»
PISA. «Sì, è vero, mia figlia picchiava il bimbo». Seduta davanti al giudice nell’aula di un Tribunale in cui la figlia è accusata di aver picchiato in più occasioni senza motivo il figlio minorenne, la testimone non indugia, né soppesa le parole cercando comprensione per la parentela con le parti in causa. Lo dice con chiarezza da quale parte sta. Un cuore diviso in due che alla fine oscilla verso il nipote e che diventa un atto d’accusa pesante verso la figlia.
Un racconto dettagliato e significativo quello della mamma dell’imputata che contribuisce alla conclusione di una colpevolezza tradotta in un anno e mezzo di condanna per maltrattamenti in famiglia. La nonna che prende le difese del nipotino e si schiera in maniera plateale contro la figlia. Uno spaccato familiare rivissuto in Tribunale che dà il senso di quanto fossero lacerate le dinamiche di un contesto in cui il bimbo avrebbe dovuto essere protetto e assecondato nella sua crescita. E che, invece, era diventato una sorta di prigione soffocante e violenta.
La sentenza è stata letta in assenza della diretta interessata, una 45enne, originaria di Pisa e all’epoca dei fatti residente a Cascina, che da tempo si è trasferita in Lombardia con il nuovo compagno. Il bimbo ha chiuso la sua infelice esperienza con la madre, secondo quello che è emerso nel corso del dibattimento, e si è trasferito dal padre in Campania. Una brutta storia lasciata alle spalle per il piccolo a cui era proibito persino andare a scuola. La mamma che non lo mandava alle elementari è un altro aspetto che dalle accuse iniziali ha trovato conferma nel corso dell’istruttoria.
La storia risale al 2015 e nasce nei suoi effetti giudiziari dalla separazione della coppia. Le accuse incrociate spesso sono la regola negli addii segnati da rancori e memorie ripescate nel tempo accompagnate da rivalse non solo economiche. Nel caso finito in Tribunale è la donna a rivestire il ruolo di cattiva mamma. Non lo dice solo il futuro ex marito. E se non bastassero i racconti del bimbo a definire ruoli e responsabilità di un inferno familiare, arriva la nonna a depositare la pietra tombale sul processo alla figlia. «Confermo che picchiava spesso il bambino senza ragioni apparenti, aveva un comportamento più che severo nei suoi confronti» è stato il racconto della nonna che non ha lasciato margini alla difesa d’ufficio dell’imputata che non ha mai partecipato alle udienze. Un disinteresse completo per le proprie sorti processuali quello di una mamma che al figlio riservava botte e privazioni poco maternel