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Arrivano dal Qatar i soldi per finanziare la moschea

Arrivano dal Qatar i soldi per finanziare la moschea

PISA. Finora l'impegno della comunità islamica pisana è stato «trasparente», ma Palazzo Gambacorti chiederà «massima chiarezza» sulle «fonti di finanziamento della moschea». Marco Filippeschi non...

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PISA. Finora l'impegno della comunità islamica pisana è stato «trasparente», ma Palazzo Gambacorti chiederà «massima chiarezza» sulle «fonti di finanziamento della moschea». Marco Filippeschi non arretra, non negherà ai musulmani pisani il «diritto costituzionale» di poter erigere un luogo di culto, il sindaco non intende contravvenire alle garanzie offerte dalla Carta e dalla Dichiarazione dei diritti dell'Uomo. Le cita in Consiglio comunale per ribadire il suo sì alla costruzione del centro di preghiera, ma non si sottrae alle domande di Diego Petrucci. In un question time, il consigliere di @NoiAdessoPisa chiede al primo cittadino di fugare le «pesanti ambiguità sulle fonti di finanziamento delle moschee e dei centri culturali islamici» in Italia. «La moschea sarà finanziata in due momenti - dice Filippeschi - La prima fase con autofinanziamento da parte della stessa associazione culturale islamica di Pisa (l'acquisto e la bonifica dell'area e la progettazione). Il secondo momento (la costruzione vera e propria) sarà finanziata, invece, con una sottoscrizione e con un contributo dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche d'Italia, e quando arriverà quella fase chiederemo trasparenza». Ma chi finanzia l'Ucoii, chi c'è dietro la più rappresentativa delle organizzazioni islamiche con oltre 150 associazioni che amministrano più di 200 luoghi di culto e associazioni? Da tempo la Ghaith, la “pioggia abbondante" (il termine è l'equivalente coranico della manna biblica ed è stato scelto come nome dell’operazione di sostegno economico alle comunità islamiche eruopee) su cui sono sorti gli ultimi grandi progetti è arrivata tutta da un unico soggetto: la Qatar Charity, una ong (in verità agganciata a un fondo sovrano del Qatar) che da tempo alimenta un'operazione caritatevole in 23 paesi europei fra cui l'Italia, a cui ha destinato 25 milioni di euro in tre anni. Il denaro arriva direttamente dal fondo sovrano Qatar investiment authority, lo stesso che ha fatto shopping a Milano, acquistando i grattacieli dell'area di Porta Nuova. Il presidente dell'Ucoii e imam fiorentino Izzedin Elzir non ha mai smentito, anzi: «Sono serviti per finanziare la costruzione di 43 moschee e sale di preghiera», ha dichiarato qualche giorno fa a Repubblica, aggiungendo che l'Ucoii «accetta donazioni da chiunque, solo se trasparenti e senza condizioni». Ma è proprio sulla trasparenza che non pochi analisti nutrono molti dubbi. Il Qatar, ad esempio, è uno dei maggiori finanziatori del Fratelli musulmani, portatori di visione conservatrice della religione. E non pochi aiuti sono giunti in Europa anche dai sauditi e dal Milli Gorus, un network di ong molto radicato in Germania, il cui fondatore Necmettin Erbakan è stato uno dei principali ispiratori del partito Akp del presidente turco Erdogan. Non proprio un moderato e più volte sospettato dagli Usa di aver lasciato passare uomini e rifornimenti per l'Isis in Turchia.

Mario Neri

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