Il Tirreno

Pisa

Ferruccio Mazzola, una verità scomoda

Ferruccio Mazzola, una verità scomoda

Alberto Foggia, l’avvocato pisano che lo difese: «Era un galantuomo» Emarginato dopo un libro sul doping, fu avversario (sportivo) del Pisa

16 novembre 2015
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PISA. «Ferruccio Mazzola era un galantuomo. Fino alla sua morte, nel 2013, è stato emarginato dal calcio che conta solo perché aveva detto la sua verità sul doping (e non solo) degli anni Sessanta e Settanta, a partire dalla grande Inter di Herrera. Adesso, a due anni dalla sua scomparsa dopo una lunga malattia, anche il fratello Sandro sembra ammettere che aveva ragione».

A parlare è l’avvocato pisano Alberto Foggia, che difese la casa editrice Bradipolibri, e quindi anche Ferruccio Mazzola, dopo la pubblicazione nel 2004 del suo libro-verità su quegli anni. Un libro che scatenò le reazioni dell’allora presidente nerazzurro Massimo Moratti fino alla causa con risarcimento milionario. A riaprire quella vicenda, una recentissima intervista proprio del fratello Sandro che ammetteva (con qualche distinguo) le pratiche del mago Herrera.

«La storia risale al 2004 – racconta Foggia – quando la casa editrice torinese Bradipolibri pubblica un libro a cura di Fabrizio Calzia dal titolo "Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola”». Un libro in cui il fratello del più noto numero dieci interista Sandro mette anche in luce alcune pratiche del Mago Herrera. Ma l'Inter non ci sta e nel 2005 cita in giudizio per diffamazione la casa editrice, Ferruccio Mazzola e Fabrizio Calzia dinanzi al Tribunale capitolino: la richiesta totale di danni è di oltre un milione di euro. Un libro sicuramente scomodo, visto che Ferruccio compila la tragica lista dei giocatori stroncati in giovane età da malattie orribili, a cominciare da Armando Picchi, il capitano della Grande Inter, morto a 36 anni non ancora compiuti mentre iniziava la carriera da allenatore nella Juventus. Ancora l'avvocato Foggia: «Nel novembre del 2008 il giudice del Tribunale di Roma respinge la richiesta risarcitoria avanzata dall'Inter. Un passaggio della sentenza è significativo: “Non è dato in effetti rinvenire alcun intento diffamatorio, né espressioni sconvenienti o offensive, né nei confronti della società attrice di cui non viene fornita un'immagina negativa, né dei suoi dirigenti, essendosi gli autori limitati a raccontare fatti - tra i quali il doping, il calcio scommesse, le partite combinate - ai quali in specie il Mazzola ha assistito o dei quali è venuto a conoscenza negli anni della sua attività”. Una conferma evidente delle tesi di Ferruccio». L’Inter non pagava le spese processuali e Foggia nel 2010 minacciò il pignoramento dell'incasso di San Siro per ottenere la cifra dovuta.

Di Ferruccio Mazzola a Pisa resta questa immagine: nel 2005-06, in serie D, era direttore tecnico dell’Aosta (l’allenatore era Donati) in una partita segnata da una mega rissa scatenata dall’espulsione dell’aostano Zaniolo. Nel dopopartita alcuni tifosi pisani si avvicinarono al pullman dell’Aosta ed ebbero un confronto verbale con il giocatore, mentre Mazzola era seduto, quasi impietrito, accanto al guidatore.Seguirono numerose squalifiche e infinite polemiche e fu l’ultima esperienza di Ferruccio come tecnico.

Daniele Benvenuti

Antonio Scuglia

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