Addio a Laura Fossetti, traduttrice di Orazio
Già segretaria e bibliotecaria all’Istituto di Filosofia, fu anche una guida per decine di studenti
VALERIO MEATTINI. Laura Fossetti si è spenta l’11 dicembre. Per anni fu una vera colonna dell'Istituto di Filosofia di Pisa. Come bibliotecaria e segretaria ha guidato decine di studenti (oggi alcuni di loro sono ordinari nell'Università) nelle loro ricerche indicando libri fondamentali. Testi rari, che ordinava dall'estero, li faceva trovare in buste con signorili biglietti di accompagnamento, e generosamente li regalava. Anche dopo la laurea alcuni di noi hanno continuato a ricevere questi preziosi “consigli” sempre proposti con squisita e parca eleganza. Lavorò all'Istituto di Filosofia in anni anche turbolenti, ma di prestigio filosofico grazie a pensatori e autori come Giorgio Colli, Francesco Barone, Nicola Badaloni, Vittorio Sainati, poi Gargani, Bodei, Barale. Di altri, come Sebastiano Timpanaro, frequentava la casa e a noi più giovani parlava delle loro ricerche. Animatrice negli anni cinquanta di pagine del "Focolare", nel 1962 aveva tradotto "Agonia del cristianesimo?" di Emanuel Mounier. Fu poi coraggiosa militante di lotte radicali negli anni settanta. Nel 1977 fece parte della giunta nazionale consultiva del partito sotto la presidenza di Aglietta. Da ultimo il suo impegno si era rivolto sempre più alla difesa e all'aiuto di coloro che le vicende della vita rendono marginali. È stata una raffinata conoscitrice della poesia, soprattutto latina. Nel 1968 uscirono, nella rivista "Letteratura 94-96", 27 odi di Orazio, poeta amato al pari di Lucrezio, da lei tradotte. Come scrisse Antonio La Penna, Laura Fossetti rinunciò «innanzi tutto a riprodurre la terribile costruzione del metro» di un poeta coltissimo, «il più controllato che sia mai esistito». Dalle gemme incastonate in quelle parole collocate «in modo che sprigionino da sé la massima luce e s'illuminino a vicenda», Laura ha lasciato crescere e fiorire un suo personale (ma non infedele all'originale) discorso poetico. Quasi tutte sono traduzioni di alta intonazione, con cadenze che restituiscono la saggia malinconia del grande poeta latino. Alcune sono veri capolavori. Solo una parte della sua vita fu spesa per gli amatissimi studi. L'altra, la maggiore, fu offerta alla sua rara e davvero commovente generosità. Sempre pronta all’aiuto di chi ne aveva bisogno. Generosa quando fu ricca e generosa anche quando ricca non fu più, verrebbe da dire commentando un altro poeta a lei caro, Kavafis.
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