Il Tirreno

Pisa

L'antimassoneria contro l'ateneo

Tommaso Crudeli e, sotto, il Gran Maestro professor Luigi Pruneti
Tommaso Crudeli e, sotto, il Gran Maestro professor Luigi Pruneti

Un laureato a Pisa fu tra i primi perseguitati

24 giugno 2010
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 PISA. Ora che anche il Pd, pur tra lotte intestine e mille polemiche, li ha sdoganati - si può essere allo stesso tempo massoni e compagni, pardon democratici - ha ancora senso parlare di antimassoneria? I massoni della Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi, non hanno dubbi: certo che ha senso, ora come in passato.  E ne sono talmente convinti che, nel tentativo (vano?) d'infliggere un altro colpo a quella che secondo loro è da secoli la grande muraglia del pregiudizio, hanno organizzato una mostra itinerante, con documenti rarissimi, che dopo aver fatto tappa a Udine sarà inaugurata domenica alle 18 a Firenze dove rimarrà aperta fino al 4 luglio in Borgo Pinti 13 (sabato e domenica dalle 10 alle 22, nei giorni feriali dalle 17 alle 22; ingresso gratuito).  Tra bolle di scomunica, editti, libri, disegni e periodici, la mostra "Antimassoneria, 300 anni di storia" e il ricco catalogo "Inimica Vis. La sindrome antimassonica in tre secoli di scritti e testimonianze" - Edizioni Giuseppe Laterza, scritto da Annalisa Santini e Serena Guidi, curato da Gabriella Greco, con gli interventi del professor Luigi Pruneti, Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia, e del professor Aldo Alessandro Mola, storico e massonologo di fama internazionale - fanno riscoprire anche una storia che ci riporta alla Pisa del diciottesimo secolo. E a un personaggio che si laureò all'ombra della Torre e fu tra le prime vittime dell'antimassoneria per mano dell'Inquisizione: Tommaso Crudeli.  «Nato a Poppi nel 1702 - racconta Annalisa Santini, curatrice della mostra insieme a Serena Guidi - Crudeli si laureò in legge a Pisa, ma non esercitò mai la professione, preferendo dedicarsi alle lettere e all'insegnamento. Nel 1735 fu iniziato nella loggia massonica di Firenze, fondata da inglesi, ma a cui erano iscritti anche numerosi fiorentini tra i quali Antonio Cocchi, primo massone italiano. Crudeli fu arrestato nel 1739 perché sospettato di eresia».  Ebbe così inizio una vicenda che fu seguita con attenzione anche al di fuori della Toscana, perché - sottolinea Santini - «al di là delle accuse di irreligiosità, immoralità e anticlericalismo, era chiaro che attraverso Crudeli si voleva colpire la massoneria, operazione che non era possibile fare in maniera palese per il fatto che la bolla di scomunica contro la libera muratoria emanata nel 1738 da Papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini, fiorentino, non era stata registrata nel Granducato».  Sulla sorte di Tommaso Crudeli, poeta satirico e novelliere, pesò probabilmente anche il fatto che si fosse laureato nella città di Galileo, il cui ateneo era accusato dalla Chiesa di diffondere insegnamenti contrari alla religione.  Dopo diversi mesi trascorsi in condizioni durissime, Crudeli fu condannato - complice un testimone prezzolato - per eresia e confinato a Poppi, poi a Pontedera. Graziato da Papa Benedetto XIV, morì nel 1745.  La sua produzione letteraria fu messa all'Indice e i suoi familiari dovettero disconoscerne tutte le opere.

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