Mattia, il portierone partito dall’Elba che sogna la Serie A
Il diciassettenne è una promessa dell’Atalanta
PORTOFERRAIO. Il giovane portiere di origini elbane Mattia Bianchi, classe 2005 tesserato con la società Atalanta, figlio dell'ex portiere Riccardo Bianchi, già da molti anni preparatore dei portieri per la società Audace Isola D'Elba, ha appena concluso una buonissima stagione nel campionato Under 17 con la società che milita nel campionato di Serie A. Inoltre nella fase finale del campionato, il giovane promettente ha ricevuto numerosi premi come miglior portiere.
Dopo un brutto infortunio al piede destro, avvenuto in allenamento lo scorso 27 gennaio, l'emozione più bella è stata quella di scendere in campo.
Il prossimo obbiettivo è quello di ritornare nella lista dei convocati della nazionale Under 17, già conquistata nel 2020, con la squadra allenata dall'allenatrice professionista Patrizia Panico. Insomma, il futuro è tutto dalla parte del ragazzo elbano che ha iniziato a giocare a pallone all’isola d’Elba, prima di approdare in Lombardia, nella squadra con il settore giovanile più forte d’Italia.
Mattia come è andata questa stagione? Sei rimasto soddisfatto?
«È stata una stagione di alti e bassi, mi ritengo soddisfatto e cresciuto su molti aspetti caratteriali che mi hanno aiutato ad attraversare il momento dell'infortunio. Sono stati attimi molto delicati e difficili, ma sono riuscito a riscattarmi nel finale della stagione».
Cosa si prova a giocare in una società così importante?
«Le parole per descrivere queste sensazioni non sono facili da trovare, quando indossi una maglia del genere il peso sulle spalle è tanto. Sicuramente per giocare e seguire questi ritmi bisogna essere molto forti a livello mentale».
Il tuo sogno nel cassetto? C'è quello spiraglio che si chiama prima squadra?
«Il sogno più grande è quello di esordire nel giro di due anni in una massima serie. Un altro sogno che ho è indossare di nuovo la maglia della nazionale in qualche competizione importante. Anche quest'anno ero nelle probabili scelte, purtroppo a causa dell'infortunio non sono stato nella convocazione finale».
Come ti sei ambientato lontano da casa, l'Elba è sempre nel tuo cuore?
«L'isola è sempre nel mio cuore, durante le soste del campionato cerco sempre di venire. Il territorio elbano mi ha sempre affascinato, ho vissuto la mia infanzia nel campo “Antonio Lupi” a Portoferraio dove ho sempre espresso me stesso. Inizialmente è stato molto difficile per diversi fattori, poi ho tirato fuori tanta forza dal mio carattere e sono riuscito a migliorarmi. Adesso mi sento a mio agio, ormai è come se fosse una seconda casa. La prima resterà per sempre l'Isola D' Elba».