La misura
«Sgomberate il cinema-teatro Metropolitan»: il Comune sloggia la cooperativa – Dalla chiusura alla mobilitazione: cosa sta succedendo
La comunicazione recapitata via Pec, l’opposizione: «Una ritorsione»
PIOMBINO. L’invito a sgomberare la struttura è stato recapitato dal Comune via Pec alla cooperativa Nuovo Metropolitan. Non ci sarebbe una data precisa, ma il messaggio è chiaro. I locali dello storico cinema - teatro devono essere liberati, così come devono essere portati via dalla cooperativa – nel più breve tempo possibile – l’attrezzatura e i materiali di proprietà. Una tegola, anzi l’ennesima tegola per la Nuovo Metropolitan.
La chiusura del cinema-teatro
Una via crucis iniziata a luglio, quando l’amministrazione decise di chiudere il Metro, in seguito all’esito delle indagini di vulnerabilità sismica prodotte da una società incaricata dallo stesso ente. Solo poche ore prima la cooperativa aveva aperto le porte del cinema ai sindacalisti della Cgil, che avevano tenuto una conferenza stampa fuori dall’ingresso della struttura. Si chiedevano al Comune risposte chiare, si immaginavano soluzioni ponte e una possibile riapertura. In contemporanea l’amministrazione annunciava la convocazione della Quarta Commissione Consiliare dedicata al caso. I più ottimisti pensavano a una riapertura del dialogo. Ecco, non è andata proprio così. «Siete invitati a sgomberare».
Cooperativa in crisi
La cooperativa, contattata dal Tirreno, non ha voluto in alcun modo commentare la notizia dell’arrivo della Pec, riservandosi di approfondire l’atto nelle prossime ore, in attesa della riunione della commissione consiliare. È chiaro, tuttavia, come il nuovo passo dell’amministrazione comunale apra un nuovo fronte e crei altre difficoltà ad Antonio Loiero, alla moglie Maria Grazia e alla cooperativa che dopo questi mesi di inattività si trova a un passo dal fallimento e ha già dovuto provvedere al licenziamento di alcuni dipendenti. Chi conosce da vicino la vicenda del Metropolitan sa bene come per rimuovere le attrezzature sia un’impresa non certo da poco. Dai proiettori, a parte del sistema elettrico, fino addirittura alla moquette. Da decenni le anime del Metropolitan e della Cooperativa che lo ha gestito sono come fuse. Poi c’è la questione dei tempi. Per mesi non si è mossa foglia. La saracinesca del Metropolitan abbassata, il silenzio e l’attesa per i lavori che – ad oggi – non sono partiti.
Scontro maggioranza-opposizione
Poi, in pochi giorni, succede di tutto. Prima i gruppi di opposizione convocano una conferenza stampa mettendo in discussione i motivi alla base della chiusura della struttura, una volta ottenuto con un accesso agli atti l’esito delle indagini di vulnerabilità sismica dell’edificio. «E comunque non c’è un atto che abbia disposto la chiusura del Metro, il Comune lo riapra subito», hanno attaccato. L’amministrazione ribatte accusando l’opposizione di irresponsabilità e di sottovalutazione dei rischi. Pochi giorni dopo il sindacato Cgil entra nel teatro con la cooperativa, quindi arriva la convocazione della commissione per «approfondire il caso» con la «massima trasparenza». Fino allo sgombero intimato. Un crescendo rossiniano, visto che si parla di teatro. O, per le persone coinvolte, un precipitare nel baratro. «Apprendiamo con grande amarezza – scrivono i gruppi di opposizione Pd e Piombino Domani – che la Cooperativa Nuovo Metropolitan ha ricevuto nella giornata di oggi una comunicazione da parte del Comune di sgomberare il teatro. La comunicazione arriva dopo oltre quattro mesi dalla lettera del 23 luglio nella quale si invitava la Cooperativa a sospendere le attività, guarda caso dopo la nostra iniziativa degli ultimi giorni e, soprattutto, dopo la manifestazione di ieri, indetta dalla Cgil, a difesa dei posti di lavoro della cooperativa che si avvia al fallimento. Un fatto gravissimo, senza precedenti nella storia di questa città, una vera e propria ritorsione, che conferma ancora di più l'arroganza di questa amministrazione verso chi osa opporsi alla sua volontà. Chiamiamo la città a una reazione collettiva di fronte a questo gesto inaccettabile».
