Elba, frasi d'amore e ricordi sul muro ai piedi di un sentiero immerso nel verde – Dove si trova e perché è un luogo speciale
L’iniziativa fu promossa dall’associazione Amici dell’Enfola costituita 35 anni fa. L’idea della parete dei ricordi proposta dal compianto maestro d’arte Italo Bolano
PORTOFERRAIO. “Se Napoleone avesse immaginato di poter vivere queste serate, non sarebbe andato via dall'isola”. “Vedi l' Enfola e poi vivi”. E ancora: “La vita è bella qui”, “Mangiate, divertimento, musica a due passi dal mare e sardine squisite”. Sono alcune frasi esposte su di una parete dell'Enfola che si trova vicino all'inizio del sentiero 208, che sale verso la vetta di quel noto promontorio. In tale località 35 anni fa Renato e Umberto Galullo, Gianni Bucci, Antonio Botticelli, Francesco Colli, Euro Muti, Stefano e Alberto Sardi e Sirio Poggioli, crearono l'associazione di volontariato "Amici dell'Enfola", per la tutela e la promozione del luogo.
A redigere lo statuto fu Bruno Delisi e tra i tanti aderenti ci fu anche l'artista Italo Bolano. Quindi chi raggiunge l'incantevole e piccolo istmo nel comune di Portoferraio, scopre tracce di un vero amore di tante persone per quell'ambiente, espresso con tante frasi. E le ceramiche si trovano a due passi dalla sede del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e su quella parete si trovano anche foto e narrazioni che raccontano come in origine quel luogo fosse una tonnara, sorta addirittura nel 1700. L'associazione Amici dell'Enfola fu avviata esattamente il 13 settembre 1990 e oltre alle azioni di tutela nacquero anche serate di musica, allegria e scardinate diventate celebri. Tra le ceramiche non poteva mancare quella firmata Bolano, pittore e scultore portoferraiese espressionista astratto, deceduto nel 2020, come purtroppo sono scomparsi alcuni dei fondatori dell'associazione.
Alessandra Ribaldone, moglie di Italo, ricorda il rapporto del marito con l'Enfola: «Amava molto le sardine e tale compagnia, e presto legò con gli Amici dell'Enfola. Ebbe l'idea di raccogliere commenti dei partecipanti, per dire della bellezza di quelle serate, ben organizzate dai volontari che ci mettevano l'anima per far star bene chi partecipava. Quindi Italo pose nel luogo un suo leggio in ferro, dotato di un album col quale invitò le persone a esprimersi. Scelse poi le più significative e me le fece riportare su delle mattonelle che mettemmo a cuocere nel forno del Museo dell'arte di San Martino. In seguito furono murate insieme a Umberto su di una parete e anche Italo creò una sua piccola formella illustrando, con i suoi gesti di action painting, la bellezza del luogo».
Gli Amici dell'Enfola sono ancora attivi, ma hanno urgente bisogno di altri volontari, anche giovani, per proseguire nella loro azione. Chi vuole aderire scriva alla email amicienfola@gmail.com o telefoni a Francesco Mainieri, il presidente, al 3393271078. Un'associazione importante quindi e presto Il Tirreno ricostruirà tutta la sua storia.
