Il Tirreno

La protesta

Alluvione in Val di Cornia, allarme per i mancati ristori: «Dopo un anno non abbiamo avuto un euro»

di Manolo Morandini

	I campi allagati in Val di Cornia
I campi allagati in Val di Cornia

Il forte maltempo colpì la zona il 17 e il 18 ottobre del 2024. Il Comitato Alluvionati denuncia: «Nelle tasche della popolazione colpita non c'è ancora nulla»

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PIOMBINO. A più di un anno dall’alluvione che ha colpito la Val di Cornia restano i danni in capo a chi li ha subiti. I ristori, che avrebbero dovuto dare un sostegno economico alla popolazione e alle attività economiche, sono ancora una promessa. Lo sottolinea il Comitato Alluvionati Val di Cornia, rimettendo in fila gli atti, a partire dal 25 novembre 2024, il giorno in cui il Consiglio dei ministri deliberava per 12 mesi lo stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni 17 e 18 ottobre. Insomma, passato l’anno siamo ancora alle carte.

Avrebbe dovuto essere un aiuto in tempi stretti, anzi immediati per stare alla lettera dei provvedimenti, quello deliberato dal Consiglio dei ministri e invece «di immediato ad oggi nelle tasche della popolazione colpita non c’è nulla», dicono dal Comitato Alluvionati Val di Cornia, che si è costituito con l’obiettivo di mettere in atto azioni utili per prevenire ed evitare ogni pericolo per la vita delle persone a causa di eventi alluvionali nella Val di Cornia. E si sottolinea che «l’obbligo di rendicontazione è entro il 31 dicembre di quest’anno per le richieste di immediato sostegno». Abbondantemente oltre un anno dall’alluvione che ha segnato le vite di molti. E alla scadenza ci sarà da aggiungere il tempo per istruire le pratiche.

Gli atti

Sulla scorta del provvedimento del Consiglio dei ministri di riconoscimento dello stato di emergenza è stato deliberato altresì di provvedere con ordinanze, emanate dal capo del Dipartimento della Protezione civile, per l’attuazione dei primi interventi, nel limite di 9,7 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. E a ruota il Dipartimento ha disposto l’ordinanza numero 1115 del 6 dicembre in raccordo alla precedente, la numero 1112. «La tecnica normativa utilizzata dalle istituzioni disorienterebbe chiunque – affermano dal Comitato – e l’analisi delle norme richiede uno studio e un tempo che la popolazione destina necessariamente e giustamente alla sua quotidianità e, ovviamente, di questo le istituzioni se ne approfittano».

Nelle ordinanze citate il Comitato evidenzia il richiamo all’articolo 25, comma 2, lettera C, del decreto legislativo numero 1 del 2018, il cosiddetto Codice della Protezione civile. «Recita che con le ordinanze di Protezione civile “si dispone, nel limite delle risorse disponibili, in ordine all’attivazione di prime misure economiche di immediato sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle attività economiche e produttive direttamente interessate dall’evento”, per fronteggiare le più urgenti necessità».

La situazione

Dopo aver compilato moduli e «affrontato la solita pesante e farraginosa burocrazia nel corso dei mesi scorsi, qual è lo stato attuale? Di sicuro, di immediato, ad oggi nelle tasche della popolazione colpita non c’è nulla». E solo il 30 ottobre è stata pubblicata l’ordinanza commissariale che definisce priorità e modalità attuative per il riconoscimento e l’erogazione dei contributi di immediato sostegno nei confronti delle attività economiche e produttive agricole a suo tempo colpite. Ovvero, a più di un anno dall’alluvione.

«La domanda – conclude il Comitato Alluvionati Val di Cornia – allora è: cosa significa immediato per le Istituzioni se a distanza di oltre un anno dal 17 ottobre 2024 la burocrazia chiede ancora adempimenti, nessuna erogazione è stata data e la popolazione ha dovuto affrontare le emergenze per conto proprio?».


 

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