Cinghiali all’Elba, la proposta di Matteo Arcenni: «Nel 2026 partiamo col piano»
Il commissario incontrerà i sindaci nei prossimi giorni: per portare avanti il progetto oltre i confini del Parco servirà il sì del Prefetto e della Regione Toscana
PORTOFERRAIO. «Nel 2026 vorremmo avviare in tutta l'Elba il piano per l'eradicazione dei cinghiali e mufloni. Una proposta che speriamo sia accettata da tutti gli enti interessati». Lo hanno affermato il commissario Matteo Arcenni e il direttore del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, Maurizio Burlando. Notizia acquisita dal Tirreno nella sede dell'Ente di tutela ambientale dell'Enfola.
L’incontro
Nel corso dell’incontro sono stati affrontati tutti gli aspetti dell’annoso tema degli ungulati. Una minaccia a 360 gradi per il cosiddetto Scoglio. «Il Parco – ha detto il commissario – affronta la questione con i Comuni, la Regione, la Prefettura e le associazioni, e il nostro studio di fattibilità ipotizza 9 anni di impegni per raggiungere l'eradicazione, ma i tempi potranno essere ridotti. Il 5 novembre incontreremo i sette sindaci isolani per l'approvazione del nostro bilancio annuale, del valore complessivo di circa 15 milioni di euro e proporremo l'avvio dal 2026 del progetto eradicazione con azioni concrete. Pertanto il piano dovrebbe essere esteso a tutti gli ambienti non compresi nel Parco e la stessa proposta la faremo alla Prefettura e al presidente della regione Eugenio Giani, sempre attento ai problemi elbani. Speriamo di ricevere l'ok da tutti gli enti interessati all'eradicazione entro la fine del 2025. Occorrono impegni reali e continui per tutelare cittadini, ospiti e imprenditori. Quindi ci auguriamo di trovare la massima unità di intenti».
La svolta
Una svolta che potrebbe iniziare a mettere in crisi la proliferazione degli ungulati che stanno compromettendo la biodiversità del territorio, le colture, vari ambienti e provocano pure gravi incidenti stradali.
«L'isola – ha proseguito Arcenni – è un paradiso da gustare per 365 giorni col suo ambiente naturale, ben lontana dagli stress delle città. Ora, in bassa stagione, siamo al top del relax. Un'isola ricca di storia, castelli, reperti, panorami. Flora e fauna unici. Tesori per residenti e ospiti. Un po' di pioggia ora, ma c'è il fascino della quiete, si sente il “respiro” del mare e qui, a due passi dalla nostra sede, vediamo due ragazzi fare il bagno. È novembre con 21 gradi. E proprio l'eradicazione potrà far crescere sicurezza e far godere il paradiso elbano. Parallelamente, presto, faremo un piano per contenere l'espansione delle capre selvatiche, per evitare un'altra emergenza»
«L’eradicazione progettata – ha ribadito Burlando – riguarda la nostra area di competenza e quindi è necessario sia estesa al resto del territorio isolano fuori Parco. Non solo, ogni ente pubblico o privato dovrebbe anche indicare la propria capacità di contribuzione, per definire le disponibilità economiche che sosteranno il progetto».
«I nostri progetti»
Arcenni riflette ancora: «Dal 15 ottobre sono stato nominato e ho grande entusiasmo nel mio impegno, attraverso il quale devo far crescere ogni progetto di tutela ambientale. Dispongo di una struttura ben gestita, all'avanguardia ed efficiente. Abbiamo 18 collaboratori eccezionali e vorrei portare l'organico a 24 unità per potenziare ogni nostra azione. Stiamo avviando una protezione delle farfalle insieme a Legambiente, curiamo laboratori didattici ambientali al Forte inglese. Potenzieremo l'azione dell'Infopark nella zona portuale di Portoferraio. Importante agire a stretto contatto con le scuole che stanno formando i futuri cittadini, attenti all'ecologia. L'opinione pubblica talvolta sottovaluta il nostro impegno dedicato agli ungulati per il loro controllo. Nel 2024 sono stati individuati e catturati 700 cinghiali e circa 400 mufloni, con 240 mila euro di costi e l’investimento in questa direzione crescerà, ci viene chiesto da tutti. Gli ungulati derivano dal loro reinserimento, mal gestito, avvenuto negli anni Settanta e stiamo vivendo una sorta di Tela di Penelope: agiamo ogni giorno, con spese e azioni per la manutenzione dei sentieri e dell'assetto idrogeologico, ma di notte i cinghiali distruggono ciò che è stato fatto. I Comuni hanno risorse economiche limitate per l'ambiente; chiedono ad altri Enti superiori sostegni economici. È necessario un replay di un forte piano alla Amintore Fanfani, che attuò, nel dopoguerra, un piano pubblico per dare casa a tutti. Ora si potrebbe sperare in un piano nazionale di tale portata, rivolto alla tutela ambientale minacciata dal clima alterato e dai cinghiali. Una salvaguardia ambientale che pensi all’incolumità delle persone, delle infrastrutture e delle attività produttive».
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