Elba, tra turisti e residenti isolati dalla voragine: chi prolunga le vacanze e chi abbandona l'auto per poi riprenderla
I residenti si sono attivati per aiutare le persone isolate a Forno dopo il nubifragio
PORTOFERRAIO. C’è la signora che ha deciso di partire lo stesso, anche senza macchina. Così ha cambiato il biglietto del traghetto ed è pronta a imbarcarsi. L’auto se la farà portare a casa da un amico che, invece, è ancora sull’isola. Altri, invece, si sono messi l’animo in pace e hanno deciso di prolungare il soggiorno. Poi ci sono quelli, un po’ più fortunati, che quando il nubifragio si è abbattuto sull’isola non erano in spiaggia a Forno, ma in un’altra zona dello Scoglio. Loro l’auto la possono usare e si sono fatti dare una mano dall’agenzia a trovare un altro appartamento e a recuperare in qualche modo vestiti e oggetti che avevano lasciato nell’alloggio di Forno. Oltre il buco, dunque.
Con l'auto non si passa
Sembra una riedizione in chiave balneare di prima del muro e oltre il muro. Solo che non siamo a Berlino e il comunismo non c’entra. Siamo a Forno, gioiellino della costa di Portoferraio, dove martedì scorso il nubifragio ha aperto una voragine sull’unica strada di collegamento. Il risultato? Non si passa con l’auto. Non si esce né si entra nella frazione. Lo si può fare solo a piedi, in attesa che i lavori di somma urgenza del Comune siano completati (la nuova data probabile è quella di martedì prossimo). Nel frattempo circa 200 persone, tra residenti e turisti, vivono in una condizione di isolamento, che si può rompere soltanto a piedi e quindi con la navetta bus messa a disposizione dal Comune e da Autolinee toscane. In caso di emergenza sanitaria, invece, è la Capitaneria di porto a farsi carico del trasferimento via mare.
Gli aiuti agli isolati
Sono solo alcuni dettagli di una parentesi d’estate insolita, mai vissuta a Forno. «Sì, ci siamo trovato in una situazione complicata. Ora stiamo cercando di dare una mano a chi si trova oltre la voragine sulla strada. Ci sono turisti, per lo più stranieri. Alcuni di loro non sono più giovanissimi. Poi ci sono anche residenti, tra cui anziani». A parlare è Sara Mortula, residente della zona e collaboratrice della agenzia turistica Go Elba. Quando Il Tirreno la chiama è nel pieno, assieme ad altri abitanti della zona, del suo giro di assistenza agli ospiti. «Cerchiamo di dare una mano e di rispondere alle richieste di chi si trova in questa situazione. Proprio ora stiamo distribuendo aiuti che sono stati portati dalla protezione civile – racconta – alcuni ospiti ci chiedono beni basici come latte, pasta etc. A Scaglieri c’è un negozio. Chi può salire fino all’incrocio tra Scaglieri e la Biodola riesce a prendere la navetta per Portoferraio – racconta – ma non tutti hanno le energie per fare la salita e per portare la spesa a piedi».
Insomma, subito dopo aver ripulito le case dalla grande acqua venuta giù con il nubifragio, la priorità al Forno è stata quella di ricalibrare il servizio di ospitalità. Dal prima al dopo voragine. Sperando che martedì tutto possa tornare alla normalità. E che i turisti possano essere liberi di andarsene. O di arrivare. Sì, perché il blocco stradale è bidirezionale. Eppure, nonostante tutto, c’è chi ama talmente tanto questo spicchio di Elba che – voragine o non voragine – è pronto ad arrivare. «Ospitiamo una coppia di tedeschi, vengono da anni. Ci hanno detto che amano talmente l’isola che lasceranno l’auto oltre la voragine e proseguiranno a piedi. Li aspettiamo lunedì», dice Sara. Insomma non sarà un buco sulla strada a fermare la passione per l’isola.