Il Tirreno

Il lutto

Addio a Luigi Vagaggini, le istituzioni perdono una colonna

Addio a Luigi Vagaggini, le istituzioni perdono una colonna

Sindaco di Marciana dal 1985 al 1999, poi per dieci anni primo cittadino di Piancastagnaio: L’isola in lacrime per il democristiano che scelse l’Elba per una questione di cuore

5 MINUTI DI LETTURA





Marciana. L’isola d’Elba è in lutto per la scomparsa di Luigi Vagaggini, sindaco di Marciana dal 1985 al 1999, amministratore di grande esperienza e politico di spessore. Per dieci anni, dal 2014 al 2024 è stato sindaco di Piancastagniaio, in provincia di Siena, suo paese Natale, quindi ha ricoperto l’incarico di commissario del Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, diventando un punto di riferimento sia per le amministrazioni del versante senese, sia per quelle del versante grossetano del Monte Amiata. Grazie alle sue competenze è arrivato in passato a coprire l’incarico a capo segreteria presso il Ministero dell’Ambiente.  Insomma, una vita al servizio delle istituzioni, spesa costruendo rapporti forti con le comunità della Toscana.

Vagaggini è morto nelle ore scorse nella sua casa di Roma, dove viveva con la moglie Maria Rosa e le figlie Patrizia e Chiara. Aveva da poco compiuto 74 anni. Non stava bene da tempo, di recente era stato sottoposto a un intervento chirurgico. Negli ultimi giorni le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Gli amici  elbani sapevano che Luigi non stava bene, ma mai avrebbero voluto ricevere la notizia che si è diffusa sull’isola fin dalla mattina di sabato 23. Quella di Vagaggini con l’isola d’Elba è una storia nata tantissimi anni fa, per amore. Vagaggini arrivò all’Elba, dove si innamorò della moglie Maria Rosa. Iniziò a lavorare nella scuola come insegnante di religione, ma capì presto come la sua strada fosse quella delle istituzioni. Dopo le prime esperienze in consiglio comunale a Marciana, l’elezione a sindaco nel 1985. Era democristiano, ci sapeva fare con le persone. Sapeva mediare ma quando prendeva una decisione riusciva ad essere inflessibile. In tanti lo ricordano all’Elba come amministratore capace, che dava l’anima per un territorio che difendeva con orgoglio. Non a caso quando, nell’arcipelago si discuteva di nomine di spessore, il nome di Vagaggini  finiva sempre sul tavolo. Come pochi mesi fa, quando i sindaci della Comunità del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano lo hanno inserito nella rosa dei possibile presidenti del Parco nazionale, dopo la scadenza del mandato di Giampiero Sammuri. Cattolico, uomo razionale e passionale allo stesso tempo. Tenace nel suo impegno. Chi lo conosce sa come, per lui, la presidenza del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano sarebbe stato come la chiusura di un cerchio. Non è andata così.  Vagaggini, all’Elba e non solo, lascia un grande vuoto. 

Il ricordo del Comune di Marciana 

«Figura di spicco del panorama politico, il Vagaggini ha dedicato gran parte della sua vita al servizio delle istituzioni, animato da un profondo senso civico, da una visione lungimirante e da una passione autentica per la cosa pubblica. La sua instancabile attività amministrativa ha lasciato un segno concreto e duraturo nella nostra comunità, contribuendo allo sviluppo e alla valorizzazione del territorio marcianese in anni decisivi per la sua crescita - scrive il sindaco di Marciana Simone Barbi, parlando a nome dell’amministrazione comunale –  Ricordiamo con gratitudine il suo impegno costante, la sua disponibilità al dialogo e la capacità di guidare con equilibrio e determinazione, mantenendo sempre viva l’attenzione per il bene comune. In questo momento di dolore, ci stringiamo con affetto e vicinanza alla moglie Maria Rosa, alle figlie Patrizia e Chiara, ai parenti e a tutti coloro che gli hanno voluto bene, condividendo il peso della perdita di un uomo che ha donato sé stesso alla nostra terra. Il suo esempio rimarrà nella memoria collettiva della nostra comunità».

Il dolore del sindaco di Santa Fiora

«Luigi Vagaggini se n’è andato». Così inizia il post del sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi. «Ho avuto il privilegio di conoscerlo e anche di scontrarmi con lui, durante i suoi due mandati da sindaco di Piancastagnaio, mentre io ero sindaco di Santa Fiora e per un anno Commissario del Parco delle Miniere dell’Amiata. Il nostro rapporto è sempre stato connotato da stima e, per certi versi, da sano spirito di competizione: io che mi davo da fare, e lui che non voleva farsi sorpassare. E ci sfottevamo per questo. Per anni non ci siamo parlati, ma ci siamo punzecchiati a distanza, dopo un celebre litigio. Poi ci siamo ritrovati, con una telefonata e un incontro chiarificatore, in occasione dell’approvazione del decreto che consentiva il rinnovo ventennale delle concessioni geotermiche, un risultato a cui aveva lavorato con grande determinazione. Abbiamo convenuto che si trattava di un’occasione storica per l’Amiata e abbiamo deciso di giocarla insieme, dividendoci i compiti: lui le relazioni con il Governo, io con la Regione. Da lì è iniziato un lavoro in simbiosi durato oltre un anno. Ho visto la sua passione, la sua tenacia, la sua infaticabile dedizione, che lo portavano da Roma a Firenze a Torino anche quando la salute non glielo avrebbe consentito. Ha messo a disposizione il suo enorme patrimonio di relazioni per una causa che andava a beneficio di tutti. Il risultato è un accordo che porta in Amiata 150 milioni di investimenti: resterà anche come suo capolavoro politico. Luigi ha ricoperto altri ruoli importanti, da sindaco di Marciana a capo segreteria presso il Ministero dell’Ambiente, e non solo. Gli sarebbe piaciuto guidare il Parco dell’Arcipelago Toscano: sentiva quella come la sua ultima missione, ma circostanze politiche non lo hanno consentito. La sua salute, poi, è improvvisamente peggiorata in maniera inattesa. Non ho avuto nemmeno il tempo di abituarmi all’idea di non sentirlo più ogni pochi giorni, per un consiglio o per organizzare insieme qualche iniziativa che richiedesse il suo impegno. La prossima battaglia sarebbe stata la trasformazione del nostro Parco delle Miniere in Ente Parco Nazionale. Non ha potuto combatterla, ma la porteremo avanti anche nel suo ricordo. Mi auguro che tanti si rendano conto di quanto questa sfida serva al nostro territorio e possano sostenerla: sarebbe un nuovo successo che porterebbe ancora il segno del suo passaggio. Sì, siamo tutti di passaggio, ma l’importante è lasciare il segno, dare un senso alla nostra esistenza. Luigi lo ha fatto, senza mai restare indifferente, mettendo in gioco tutta la sua tempra e consumando le proprie energie nelle cause in cui credeva. Grazie di tutto, caro amico e avversario. Da oggi mi sento più solo, e credo che non solo io».

  

Primo piano
Il caso

Pisa, muore a 54 anni dopo un’iniezione illegale: aperta un'inchiesta

Estate