L’incidente
Piombino, lite in strada: spunta un coltello. La denuncia dell’uomo ferito
«Adesso io e la mia famiglia abbiamo paura a uscire di casa». I carabinieri sono al lavoro per tentare di ricostruire la vicenda che presenterebbe molte zone d’ombra
PIOMBINO. Le prime scintille sarebbero scoppiate in piazza Gramsci. È la sera del 12 luglio quando i due uomini si affrontano. Ma il peggio sarebbe accaduto a distanza di un’ora o poco più, sul lungomare Marconi. Qui si sarebbero affrontati nuovamente, e sarebbe spuntato un coltello da cucina. Uno dei due è finito al pronto soccorso di Villamarina con ferite guaribili in dieci giorni. Una vicenda che i Carabinieri della Compagnia di Piombino stanno tentando di ricostruire, incrociando le denunce con le testimonianze raccolte; sarebbero molte le zone d’ombra.
Tra gli elementi sul tavolo, la prognosi del pronto soccorso. E la ricostruzione fatta nella denuncia. Quella che il ferito – di cui non riportiamo le generalità a tutela della figlia minore – ha deciso di sporgere facendo nome e cognome del presunto aggressore. Ha tagli alla mano e alla coscia sinistra, all’avambraccio e al polso destro, tutti compatibili con la lama di un coltello. Ci sono poi lo spavento della moglie, che ha una prognosi di cinque giorni per un ematoma al ginocchio sinistro, e un referto di tre giorni per la figlia 14enne che si trovava nell’auto e ha assistito alla scena, restandone scioccata.
I due protagonisti si conoscono. Parrebbe esserci un minimo di confidenza tra di loro. Siamo nel campo delle lesioni personali e considerato che la prognosi è inferiore ai 20 giorni si procede agli accertamenti solo se la parte offesa presenta querela. Visto quanto denunciato, un primo scontro tra i due è avvenuto in piazza Gramsci, all’altezza dell’attraversamento pedonale, intorno alle 19,30. È qui che il querelante con la moglie e uno dei figli al seguito sta attraversando la strada quando sopraggiunge l’altro, a bordo di uno scooter. Questione di incroci di sguardi.
Qualche parola di troppo e i due passano alle vie di fatto. Spinte, calci e pugni. Poi il babbo denuncia di aver ricevuto un colpo in testa, che gli sarebbe stato inferto con il casco del motorino. Tutto finché sul posto non arriva una pattuglia della Guardia di finanza. Al che i due uomini sembrano prendere strade diverse. Nel resoconto si legge pure che da mesi il presunto autore dell’aggressione «guarderebbe con fare malizioso la figlia 14enne tutte le volte che la incontra». Ecco perché nell’incrociarlo in piazza era stato invitato a starle a distanza.
Dunque il querelante, con familiari al seguito, sarebbe rientrato a casa per sistemarsi e cambiarsi i vestiti. Poi con moglie e figlia l’uscita in auto. Stando a quanto ricostruito nella denuncia si racconta che sul viale Marconi si vede sopraggiungere in direzione opposta l’altro uomo in scooter. I due si riconoscono. E l’accusato dall’aggressore avrebbe fatto inversione, raggiungendo e affiancando l’auto, intimando di accostare. Sarebbe in questo frangente che è spuntato il coltello e ci sarebbe stata la colluttazione all’origine delle ferite da taglio. Nei particolari emersi, la scalfittura sullo schermo del cellulare che il ferito aveva nel taschino della camicia e avrebbe finito per proteggerlo da un fendente. Ora la famiglia racconta di vivere nella paura di imbattersi nell’uomo accusato dell’aggressione. E che è già capitato di vederlo sfilare a bordo dello scooter sotto l’abitazione.