Piombino, dopo il mercato resta il disordine: tra rifiuti, gabbiani e incuria
Gli abitanti sollecitano un miglior sistema di raccolta
PIOMBINO. Una buccia contesa tra due gabbiani, con le ali spiegate in mezzo all’asfalto. I passanti li scacciano, ma tornano subito. Si procede (non solo) in piazza Saragat facendo slalom tra questi “uccelli di mare” e mucchi di cassette.
È bastato percorrere via Ferrer, l’angolo di via Pacinotti fino al Casone Maresma, intorno alle 15, per capire che il mercato era sì finito da ore – si cominciano a smontare banchi prima delle 13 – ma lo spazio pubblico non aveva ancora ritrovato dignità. Ovunque imballaggi abbandonati, scatoloni, sacchi aperti sotto ai muri, grucce accatastate, bottiglie vuote, resti di frutta, plastica. Attorno? Via vai di residenti costretti a zigzagare tra rifiuti che la raccolta non ha ancora toccato. «Il problema non è il mercato – dice una signora che vive qui da vent’anni – ma quello che succede (o non succede) subito dopo. Basta guardare: non è la normale fine di una giornata di commercio ambulante. Più che un dopo-mercato, sembra un dopo-sfollamento». Paesaggio interrotto, come se nessuno avesse previsto cosa succede quando così tanti banchi chiudono e lasciano dietro il superfluo. Non è solo questione di decoro, ma pure di sicurezza e igiene. In certi punti marciapiede impraticabile. I gabbiani fanno la loro parte: instancabili, voraci, ormai di casa, ma non è certo colpa loro.
Ciò che resta? Senso di incuria che si accumula, settimana dopo settimana. A far notare il problema, stavolta, non sono solo i residenti. Pure alcuni ambulanti si sono detti infastiditi da una gestione che non li tutela: «Portiamo lavoro e movimento – spiegano – ma se poi resta tutto così, a rimetterci siamo pure noi. Passa l’idea che il mercato porta degrado, e non è giusto». Una voce che punta il dito non contro qualcuno, ma su ciò che manca: un sistema di raccolta, pulizia e controllo che funzioni davvero. «Segnalazioni simili – ricorda un abitante – le avevamo già fatte nel 2019. E pure gli ambulanti si mettono le mani nei capelli quando arrivano la mattina: si sono lamentati più volte, ma nulla è cambiato. Tre anni fa almeno si passava a pulire anche il martedì, ma durò pochissimo. Sembra stia a cuore solo il salotto buono del centro storico: manca che diano la cera sui lastroni!».
«Non pretendiamo la bacchetta magica – aggiungono i residenti – ma almeno una macchina operativa che parta subito, una logistica migliore». È anche questione d’immagine: pur sempre è centro città, anche se a volte non sembra. Basterebbe poco: contenitori adeguati, orari più funzionali, controlli veri. O semplicemente, un po’ più di attenzione. Le foto parlano chiaro. E non sono nemmeno le peggiori. C’è chi le definisce “normali” per un dopo-mercato, ma c’è anche chi ricorda che “il normale” non dovrebbe somigliare a un campo di battaglia.
Alle 15, il sole è ancora alto, la giornata è lunga. Ma l’idea che uno spazio pubblico resti così è un promemoria scomodo per tutti.