Caro-traghetti per l'Elba, cresce la protesta dei pendolari della scuola: «Supplenti a rischio senza tariffe ridotte». Ma c'è un possibile spiraglio
Oltre 300 persone tra docenti e personale scolastico devono affrontare costi sempre più alti. A breve in Regione sarà convocato un incontro
PORTOFERRAIO. Oltre 300 tra insegnanti e personale scolastico non docente ogni giorno devono raggiungere l’isola d’Elba dal continente, affrontando costi di trasporto navale sempre più alti. A differenza di altre categorie come sanitari e forze dell’ordine, che possono accedere ancora a tariffe agevolate, i lavoratori della scuola sono costretti a pagare come turisti, soprattutto se trasportano un veicolo indispensabile per raggiungere i plessi sparsi sul territorio isolano.
Antonina Chilà, portavoce dei pendolari e docente a Marciana, parla di una situazione diventata insostenibile: «Abbiamo casi limite – spiega – una collega viene per due ore di lezione alla settimana e paga il traghetto più di quanto guadagna. L’automobile è spesso necessaria, ma i costi mensili sono elevati. Serve una revisione completa: più corse navali e di bus sull’isola, foresterie per i dipendenti pubblici, aiuti sugli affitti che spesso in estate ci costringono ad andarcene. Noi formiamo le nuove generazioni elbane, dovremmo essere tutelati, non penalizzati».
La docente racconta anche la creazione di una chat con oltre 120 iscritti, tutti uniti dalla stessa esigenza: far sentire la propria voce. Anche perché, quando le navi saltano per mare mosso o guasti, bisogna affrontare ulteriori spese per dormire fuori.
Il sindacato Gilda, tramite Grazia Romano, ha scritto a tutti i livelli istituzionali: «Abbiamo segnalato l’assurdità della situazione all’assessore regionale ai trasporti, all’Ad di Toremar, ai sindaci elbani. Ma nessuno ci ha convocato, nessuno ha risposto – conferma Romano – Le agevolazioni esistevano all’inizio dell’anno scolastico, poi sono scomparse. Senza tariffe ridotte, da settembre l’Elba rischia di restare scoperta: chi accetterà una supplenza con questi costi?».
La protesta non si ferma. Dai collegi docenti delle scuole elbane sono partite mozioni inviate a tutti gli organismi, rimaste finora senza risposta. Anche Cgil e Cisl sono intervenute a sostegno dei pendolari del comparto scuola. Hanno sollevato il problema del caro traghetti e delle frequenti interruzioni del servizio, soprattutto in inverno.
La Flc-Cgil, con Veronica Virgili, ha rinnovato l’appello: «Serve che la Regione e i sindaci chiedano alle compagnie di ripristinare le agevolazioni. Se nulla cambia, molti sicuramente rinunceranno agli incarichi scolastici all’Elba. Non possiamo rischiare il diritto allo studio».
Dalla Regione Toscana, interpellata da Il Tirreno, arriva una prima apertura. Gli uffici confermano di conoscere bene il problema: «Le precedenti agevolazioni erano offerte dalle compagnie stesse, che – si spiega – le hanno poi ritirate. A breve sarà convocato un incontro con sindacati, compagnie navali e sindaci elbani. Il tema sarà affrontato anche nel nuovo bando da 12 anni per i collegamenti marittimi, dove sarà necessario prevedere soluzioni eque per tutto l’Arcipelago Toscano». Una promessa che potrebbe accendere una speranza, anche se molti temono si tratti dell’ennesima “promessa da marinaio”. Intanto, qualcuno fa notare che nel 2024 la Regione ha stanziato oltre 2 milioni per la sanità elbana. «La salute è prioritaria, ma qualche risorsa per non discriminare chi ogni giorno garantisce la scuola sull’isola andrebbe trovata», è il commento unanime di pendolari e sindacati. Servono fatti concreti, perché il prossimo settembre è dietro l’angolo. E senza insegnanti, l’isola rischia un naufragio educativo.