Piombino, denunce incrociate per l’autovelox della discordia: le nuove accuse
Il presidente di Altvelox: «Una denuncia ad ogni ricorso». Il sindaco: «Si delinea un comportamento persecutorio, insensato, al quale daremo seguito con azioni giudiziarie»
PIOMBINO. Nuove carte bollate all’ombra dell’autovelox alle porte di Piombino. Omissione di atti d’ufficio, frode processuale, falsità materiale e ideologica in atti pubblici e truffa. Sono le ipotesi di reato contenute nella nuova denuncia querela presentata dal presidente dell’associazione Altvelox, Gianantonio Sottile Cervini, alla questura di Belluno, in tutto 68 pagine, a carico di prefetto di Livorno, sindaco di Piombino e vari dirigenti pubblici, compreso la comandante della polizia municipale Ilaria Pucci. La linea è la stessa delle tre precedenti azioni legali, che non ha avuto seguito giudiziario. Accuse pesantissime, e particolarmente gravi, a fronte di verbali per violazioni al codice della strada per eccesso di velocità che l’associazione ritiene «illegittime». E non arretra neppure di fronte alle argomentazioni della circolare del ministero dell’Interno ai prefetti, che riporta un parere dell’Avvocatura dello Stato che equipara l’approvazione all’omologazione nell’ambito delle procedute tecnico amministrative per la messa in esercizio di un autovelox.
Qui viale Unità d’Italia
Su quel tratto di viale Unità d’Italia «discendente rettilineo a doppia corsia per ogni senso di marcia – sostiene il presidente di Altvelox – , dove vige il limite illegittimo di 50 Km/h impossibile da rispettare in quella strada, per altro dove il tasso di incidentalità è pari allo zero. La strada che conduce al Porto turistico colpisce inevitabilmente le persone che non sono residenti e che mai faranno attenzione a non superare quel limite assurdo». Afferma che il prefetto di Livorno «nonostante le quattro denunce querele già formalizzate, ha deciso di non intervenire e con il suo immobilismo sta permettendo tutt’oggi al Comune di Piombino di sanzionare i cittadini con strumenti elettronici illegali, su strade prive di requisiti e in assenza del dato essenziale di una elevata incidentalità. Nonostante tutto questo i cittadini che contestano le sanzioni, si vedono anche negare la difesa perché il Comune di Piombino, non consegna i documenti richiesti formalmente con accesso agli atti e risponde oltre i termini di legge con le solite “risposte burocratiche” copia incolla». E si prende un impegno: «Ad ogni ricorso che ci verrà richiesto formalizzeremo analoga denuncia querela sino a quando l’autorità giudiziaria non deciderà di intervenire».
Qui via Ferruccio
Altvelox si fa forte dei pronunciamenti della Corte di Cassazione, che ha affermato che i termini “approvazione” e “omologazione” non sono equiparabili e che soltanto quest’ultima rende legittimi gli accertamenti effettuati con l’autovelox. Il prefetto di Livorno Giancarlo Dionisi all’ennesima querela sceglie la linea del silenzio. Resta ferma la linea già illustrata al Tirreno: «Una ordinanza della Cassazione non è una fonte del diritto, non fa stato, ma esprime un orientamento che semmai dovranno essere le amministrazioni centrali a valutare». Non ha dubbi il sindaco di Piombino Francesco Ferrari sulla regolarità dell’autovelox alle porte della città. «A fronte di una chiara indicazione del Ministero, che di fatto affossa la validità di qualsiasi ricorso presentato in precedenza dall’associazione – sottolinea il sindaco – , quest’ultima con un nesso logico francamente incomprensibile dichiara che continuerà stolidamente a presentare denunce penali nei confronti delle autorità, prefetto e sindaco: a questo punto si delinea un vero e proprio comportamento persecutorio, completamente insensato, al quale daremo adeguato seguito: azioni che si aggiungeranno a una querela per diffamazione già presentata da tempo».
La circolare contestata
È del 23 gennaio la circolare che il Viminale ha inviato alle prefetture in cui si informa del parere dell’Avvocatura dello Stato in cui si evidenzia che le procedure tecnico-amministrative alla base sia dell’omologazione che dell’approvazione sono pressoché equivalenti. Entrambe, infatti, sono relative al prototipo dei dispositivi e non il singolo autovelox utilizzato su strada. Inoltre, la competenza in materia di omologazione e approvazione è sempre del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Nei due casi viene svolta un’istruttoria tecnico amministrativa sui requisiti e sulle caratteristiche del prodotto e sulla sua conformità alle norme tecniche nazionali e comunitarie. Inoltre, viene richiesto il parere al Consiglio superiore dei Lavori pubblici, massimo organo tecnico consultivo dello Stato, che si pronuncia sul dispositivo. E al termine dell’istruttoria viene emanato un decreto dirigenziale che autorizza il titolare della richiesta alla produzione e commercializzazione dell’apparecchio.